Venezuela, scompare aereo da turismo
A bordo quattro italiani: tra loro
Vittorio Missoni con la moglie/Mappa

Vittorio Missoni e, a destra, una mappa della zona
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Sabato 5 Gennaio 2013, 08:44 - Ultimo aggiornamento: 6 Gennaio, 19:28
ROMA - Un piccolo aereo da turismo con a bordo sei persone, quattro delle quali italiane, scomparso venerd in Venezuela mentre viaggiava dall'arcipelago di Los Roques all'aeroporto Simon Bolivar di Maiquetia, a circa 20 chilometri dalla capitale Caracas. Sull'aereo c'erano Vittorio Missoni, 58 anni, figlio maggiore del fondatore della griffe Ottavio, con la moglie, Maurizia Castiglioni, e una coppia di amici, Elda Scalvenzi e Guido Foresti, oltre ai due i piloti. Il gruppo aveva trascorso Natale e l'ultimo dell'anno nell'arcipelago.



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La Missoni Spa «conferma che Vittorio Missoni e la sua compagna sono dispersi in Venezuela. Il piccolo aereo su cui viaggiavano risulta scomparso». In una nota la società si dice «molto fiduciosa nell'operato della Farnesina e delle istituzioni coinvolte» e chiede alla «stampa di voler rispettare la privacy della famiglia».



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L'aereo sparito questa volta era un piccolo bimotore britannico Britten-Norman BN-2A-27 di colore bianco con la sigla YV2615, hanno reso noto le autorità, che con l'arrivo della notte hanno dovuto sospendere le ricerche. Il velivolo, riporta il sito http://aviation-safety.net aveva quasi 45 anni, aveva effettuato il suo primo volo nel 1968. Le operazioni - hanno precisato fonti diplomatiche - riprenderanno appena farà di nuovo giorno. Nella zona sono state impegnate diverse imbarcazioni e due-tre aerei venezuelani.



L'ultimo contatto. L'aereo scomparso al largo delle coste venezuelane era partito dallo scalo di Los Roques alle 12.12 di venerdì ora locale, l'ultimo contatto con la torre di controllo di Maiquetia è stato alle 12.39 minuti. «In quel momento si trovava a 5 mila piedi. Nel contatto non è stata segnalata alcuna anomalia né situazione di emergenza», ha riferito uno dei funzionari a Caracas che seguono le ricerche, precisando che nel momento dell'ultima comunicazione il velivolo aveva percorso solo 10 miglia marittime della rotta prevista fino a Caracas. La durata media del volo Roques-Caracas è di circa 45 minuti.



La Farnesina ha attivato i canali di informazione nel paese e il consolato italiano, in raccordo con l'Unità di crisi, è in stretto contatto con il Venezuela. Il «massimo impegno» nelle ricerche dell'aereo con a bordo quattro italiani, scomparso al largo delle coste venezuelane, è stato assicurato dalle autorità di Caracas al governo italiano. Lo riferiscono fonti della Farnesina. Il ministro degli Esteri Giulio Terzi segue personalmente la vicenda, mentre la Protezione civile venezuelana è in stretto contatto con i funzionari italiani a Caracas. È stata anche attivata una unità navale specializzata in ricerche oceanografiche.



I genitori di Missoni a casa a Sumirago, vicino a Varese, in attesa di notizie. La famiglia Missoni è stata informata subito della sparizione in Venezuela dell'aereo su cui viaggiavano Vittorio e la moglie. Il fondatore dell'azienda, Ottavio, e la moglie Rosita sono rimasti a casa con la figlia Angela, raccolti in silenzio in attesa di notizie. È partito per il Venezuela il fratello minore di Vittorio, Luca.



Vittorio Missoni è responsabile commerciale della casa di moda ed è considerato l'ambasciatore della griffe nel mondo. La conferma della presenza a bordo di Missoni è arrivata da Pietro Foresti, figlio di Elda Scalvenzi e Guido Foresti, due amici di vecchia data dell'imprenditore, anche loro a bordo dell'aereo. «L'unica cosa che sappiamo - dice - è che hanno interrotto le ricerche».



Salvi perché non c'era posto. Altri due italiani componenti del gruppo Missoni in vacanza a Los Roques non sono saliti a bordo dell'aereo disperso perchè non c'era posto: lo si è appreso da fonti vicino alla famiglia Missoni. Si tratterebbe del fratello di Elda Scalvenzi, Giuseppe e della moglie, Rosa Apostoli.



La scomparsa dell'aereo vicino a Los Roques rimanda subito a una vicenda simile avvenuta nel 2008, quando un velivolo da turismo, nel quale viaggiavano otto italiani, sparì nel nulla. Anche quella volta lo scenario fu l'arcipelago venezuelano e il giorno è d'altra parte lo stesso: il 4 gennaio. A diversi anni dalla sua scomparsa, la sorte del piccolo aereo (un bimotore Let 410 della compagnia Transaven) - e dei suoi 14 passeggeri - di cui otto italiani - resta ancora un caso irrisolto.



Le ricerche sono concentrate in tre aree diverse, su una superficie pari a 300 miglia quadrate. «La prima area è all'interno dell'arcipelago, ed ha una caratteristica importante in questo tipo di ricerche, visto che sono acque molto trasparenti e poco profonde», ha riferito all'Ansa uno dei funzionari a Caracas che seguono le ricerche. «Le altre due sono acque oceaniche, quindi più profonde. La prima si trova all'est delle isole e la seconda tra la barriera sud dell'arcipelago e l'aeroporto Maiquetia di Caracas». Alle ricerche nei diversi mezzi coinvolti stanno partecipando 80-100 persone, soprattutto marinai e piloti, ha precisato il funzionario, rilevando che «in tutta l'area sono previste buone condizioni meteo, fatto che agevola il lavoro»



Qualche giorno fa, il settimanale Oggi ha riportato le trascrizioni del via libera al decollo da parte della torre di controllo, sottolineando che le persone a bordo erano 18 e non 14. Questo avvalorerebbe - viene precisato - l'ipotesi che i 4 passeggeri in più sarebbero stati narcotrafficanti che avrebbero dirottato il velivolo da utilizzare successivamente per il trasporto di cocaina. Fino a oggi l'unico cadavere ad essere stato ritrovato è quello del copilota, il 37enne Osmel Alfredo Avila Otamendi. Dell'aereo e degli altri passeggeri - tra cui anche 3 venezuelani e uno svizzero - non è stata rinvenuta alcuna traccia.



«All'ipotesi di dirottamento io non ci credo molto», dice Romolo Guernieri, padre di Bruna Guernieri, la donna di Ponzano Veneto (Treviso) scomparsa con il marito, Paolo Durante, e le figlie, Emma e Sofia, nel volo del 2008. Per il genitore, dunque, la coincidenza delle date con l'episodio del tutto simile, avvenuto poche ore fa, significa ben poco se prima non si affronta una seria campagna di ricerche per individuare eventuali relitti finora mai trovati.



«Il prossimo 18 gennaio - spiega Guernieri - dovrebbe finalmente partire una nave attrezzata fornita da una ditta americana alle autorità venezuelane, a bordo della quale ci saranno anche l'ammiraglio della Marina militare Giovanni Vitalioni, e Mario Pica, ex pilota dell'Aeronautica militare e nostro consulente». La ricerca sarà finanziata in parte dal Venezuela e in parte dall'Italia e si svolgerà all'interno di un perimetro di mare concordato. Scarso significato, per Guernieri, avrebbe anche una registrazione audio di conversazioni fra la torre di controllo e il comandante del velivolo scomparso in cui si dichiarava la presenza di 18 persone a bordo contro i 14 indicati nella lista d'imbarco ufficiale. «In quel Paese - riflette - purtroppo le bugie sono la normalità. Prima di indagare sul dirottamento - insiste perciò - bisogna escludere ogni altra ipotesi, e questo lo si può fare solo con una ricerca finalmente accurata».



Rispetto alla sparizione del velivolo con Missoni a bordo, Guernieri si dice speranzoso che il coinvolgimento, in questo caso, di «un nome famoso» permetta di ridare nuovo slancio all'argomento. «Mi permetto di invitare la famiglia Missoni a contattarmi - conclude - perché, nel mio piccolo, grazie all'esperienza maturata in questi anni, sarei lieto di

fornire qualche utile suggerimento di comportamento».



Il sito Viaggiare sicuri della Farnesina sconsiglia l'uso di «velivoli a uso turistico» per le escursioni aeree sugli arcipelaghi di fronte alle coste venezuelane «specie se di ridotte dimensioni», perchè «sono spesso coinvolti in incidenti provocati anche dalla scarsa manutenzione». La stessa avvertenza è sottolineata sul sito del ministero degli Esteri francese e di quello britannico, che cita in particolare la rotta da e verso Los Roques.