Migranti, la Ue isola la Grecia: «Non fa il suo dovere»

Migranti, la Ue isola la Grecia: «Non fa il suo dovere»
di David Carretta
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Giovedì 28 Gennaio 2016, 08:58
Bruxelles - La Commissione europea ieri ha compiuto il primo passo formale per escludere temporaneamente la Grecia da Schengen, dando seguito alla richiesta di diversi governi di mettere in quarantena Atene a causa della sua incapacità di arginare i flussi di migranti verso il nord Europa. Il collegio presieduto da Jean-Claude Juncker ha approvato un rapporto secondo il quale «la Grecia trascura gravemente i suoi obblighi» con «gravi carenze nel controllo delle frontiere esterne». Sono le condizioni necessarie a far scattare l'articolo 26 del codice Schengen che permette, in caso di circostanze eccezionali, di ripristinare i controlli alle frontiere in uno o più Stati membri fino a un massimo di due anni. Quando il rapporto sarà stato adottato dagli Stati membri, la Commissione invierà al governo greco una serie di raccomandazioni su misure specifiche, che potrebbero comprendere l'invio di squadre europee di guardie frontiera. La Grecia avrà tre mesi di tempo per adeguarsi, altrimenti sarà di fatto tagliata fuori da Schengen. Ma la decisione potrebbe avere ripercussioni anche per l'Italia, se a maggio la Commissione dovesse scegliere di autorizzare i paesi del Nord a mantenere i controlli per altri due anni. «Affinché Schengen possa tornare a funzionare normalmente sono necessari miglioramenti sostanziali per garantire che i migranti siano adeguatamente accolti, registrati, trasferiti o rimpatriati», ha avvertito il commissario all'Immigrazione, Dimitris Avramopoulos.

I RISULTATI DELLE ISPEZIONI
Il rapporto della Commissione si basa su una serie di ispezioni condotte in Grecia a novembre alla frontiera terrestre con la Turchia e sulle isole di Chios e Samos. Atene aveva promesso di creare cinque hotspot entro la fine del 2015, ma attualmente solo uno è pienamente operativo. «Le autorità greche sono sotto pressione», ha riconosciuto il vice-presidente della Commissione, Valdis Dombrovskis. Lo scorso anno, sono stati oltre 850 mila i migranti sbarcati dalla Turchia sulle isole greche. Ma «il rapporto rileva che i migranti in posizione irregolare non sono identificati e registrati efficacemente, che le impronte digitali non sono inserite sistematicamente nel sistema e che i documenti di viaggio non sono controllati sistematicamente per accertarne l'autenticità o nelle banche dati cruciali per la sicurezza», ha spiegato Dombrovskis. La determinazione dell'Unione Europea di isolare Atene è dimostrata anche dalla volontà della Commissione di aiutare la Macedonia a proteggere meglio la sua frontiera per evitare che i migranti imbocchino la rotta dei Balcani. Il risultato potrebbe essere di trasformare la Grecia in un grande campo di detenzione, con una capacità di accoglienza di appena 8.000 unità e il rischio di una deviazione della rotta dei migranti verso Albania e Italia.

L'ACCELERAZIONE
I governi europei hanno fretta di ridurre il numero degli arrivi. Ma i primi numeri del 2016 indicano un'accelerazione dei flussi, mentre le soluzioni europee non stanno dando risultati. Dal 1° gennaio oltre 46 mila persone sono sbarcate in Grecia (44.040) e Italia (2.200) contro i 5.550 dello scorso anno, secondo i dati dell'Unhcr. Il meccanismo di ricollocazione dei richiedenti asilo verso altri paesi Ue funziona con il contagocce: al 25 gennaio, 257 rifugiati erano stati trasferiti dall'Italia e 157 dalla Grecia contro l'obiettivo di 160.000. Le espulsioni dei migranti illegali vanno a rilento: l'ultima operazione di rimpatrio coordinata da Frontex risale al 17 dicembre. Un braccio di ferro tra l'Italia e l'Ue impedisce lo sblocco dei 3 miliardi di euro promessi alla Turchia in cambio del blocco delle partenze verso le isole greche.

Il Vertice europeo del 18 febbraio è un primo appuntamento decisivo, con la cancelliera tedesca, Angela Merkel, che deve affrontare le elezioni regionali in marzo. Alcuni paesi del nord spingono per essere autorizzati, sulla base dell'articolo 26 del codice Schengen, a mantenere i controlli alle frontiere per altri due anni.

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