«Salvati e al sicuro 60 persone alla deriva e in pericolo di vita. Ora tutti a bordo di Open Arms diretti verso un porto sicuro». La Ong catalana aveva annunciato stamattina con un tweet il soccorso a un gommone di migranti davanti alla Libia, pubblicando anche le foto del salvataggio.
🔵#ULTIMAHORA Rescatadas y a salvo 59 personas a la deriva y en peligro de muerte #Med Ahora todas a bordo #OpenArms rumbo a puerto seguro.
— Proactiva Open Arms (@openarms_fund) 30 giugno 2018
A pesar de obstáculos, seguimos protegiendo el derecho a la vida de los invisibles.Sus historias sobre lo vivido #Libia son aterradoras pic.twitter.com/7d3SJ4JLov
«Nonostante gli ostacoli, continuiamo a proteggere il diritto alla vita degli invisibili», concludeva il tweet.
«La nave Open Arms, di ong spagnola con bandiera spagnola, si è lanciata poco fa verso un barcone e, prima dell'intervento di una motovedetta Libica in zona, ha in tutta fretta imbarcato una cinquantina di immigrati a bordo. Questa nave si trova in acque Sar della Libia, porto più vicino Malta, associazione e bandiera della Spagna: si scordino di arrivare in un porto italiano. Stop alla mafia del traffico di esseri umani: meno persone partono, meno persone muoiono», aveva risposto il ministro dell'Interno Matteo Salvini.
L'intervento di soccorso è stato fatto da Open Arms in autonomia, senza che vi fosse alcuna segnalazione da parte delle autorità, dopo che la stessa nave della ong catalana Proactiva open Arms aveva avvistato l'imbarcazione. Open Arms si trova da diversi giorni in acque Sar libiche e questa mattina ha avvistato il gommone che stava navigando davanti alle coste libiche, in prossimità di Tripoli. La nave della Ong, secondo quanto si apprende, era a conoscenza dell'arrivo di una motovedetta libica ma ha comunque deciso di intervenire per soccorrere i migranti. Dopo aver recuperato le sessanta persone, la nave sta viaggiando in direzione nord ovest.
Open arms in un video ha poi accusato le autorità italiane per i morti nel naufragio avvenuto ieri in cui sono morte almeno cento persone fra cui tre bambini.
Ayer 100 personas murieron en el naufragio de una patera frente a las costas libias. El @openarms_fund podría haberlas rescatado pero fue ignorado por las autoridades libias e italianas. @campsoscar nos cuenta en este video que no se les dejó actuar.👇🏻 pic.twitter.com/xKq3XhLTft
— Javi López (@fjavilopez) 30 giugno 2018
«L'Open Arms avrebbe potuto salvarli, ma è stato ignorato dalle autorità libiche e italiane». È quanto scrive su Twitter Javi Lopez, uno dei quattro europarlamentari a bordo di Astral, una delle due navi della Ong catalana, postando un video in cui Oscar Camps, fondatore dell'organizzazione umanitaria, accusa i due paesi per le operazioni di soccorso di ieri in cui un barcone è naufragato e 100 persone, tra cui 3 bimbi, sono morti.
Un'accusa ribadita anche da Riccardo Gatti, il comandante della Atral, postato da Eleonora Forenza su Facebook. «Abbiamo sentito un messaggio radio tra un aereo militare e i guardacosta libici riguardo ad una imbarcazione da soccorrere, però nessuno ci ha dato un'indicazione ufficiale - ha detto Gatti - Dopo circa un'ora e mezza è arrivato un messaggio di testo sui dispositivi di bordo da parte della radio di Malta, un messaggio riguardante un'imbarcazione con circa 100 persone a bordo e pensiamo sia la stessa. Abbiamo chiamato Roma chiedendo se c'era bisogno che andassimo a soccorrere e ci hanno detto che era già stata intercettata da una motovedetta della guardia costiera libica. Di lì a poco abbiamo saputo di morti e dispersi».