Colonia, linea dura della Merkel: «Espulsioni e tagli al welfare»

Colonia, linea dura della Merkel: «Espulsioni e tagli al welfare»
di Alessandro Di Lellis
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Venerdì 8 Gennaio 2016, 08:09
ROMA - «Dare un chiaro segnale». Il linguaggio di Angela Merkel è misurato, nei giorni della bufera dopo il Capodanno nero. Ma il significato è inequivocabile e si può tradurre soltanto con una espressione: giro di vite. Ci saranno «conseguenze di vasta portata», ha annunciato la cancelliera, dopo le aggressioni alle donne nella notte di San Silvestro, a Colonia e in altre città, eventi «insopportabili per me anche sul piano personale». Atti che portavano i segni di un disprezzo verso il genere femminile, al quale bisogna reagire «con la massima decisione». È da verificare, in particolare, «se sia stato fatto finora tutto ciò che si doveva per espellere stranieri responsabili di reati». All'orizzonte, dunque, espulsioni più facili.

Ma non basta. Proprio mentre tra i media si diffonde l'autocritica per gli articoli e i servizi tv troppo timorosi (per non dire omertosi) su quanto accaduto nelle strade tedesche, troppo preoccupati di usare la parola “immigrati” in relazione alle violenze, la cancelliera decide di aggredire un altro tema bruciante, quello delle prestazioni sociali a favore degli stranieri. Un welfare generoso. Troppo, secondo una parte in crescita della pubblica opinione. Ebbene, queste prestazioni sono da ridurre, se gli immigrati non trovano lavoro. Lo scopo delle norme sulla libertà di movimento all'interno della Ue, dice Merkel, «non è quello che ovunque in Europa si abbiano le stesse prestazioni sociali fin dal primo giorno». Parole con le quali il capo del governo di Berlino fa una scelta di campo, accanto alla Gran Bretagna del conservatore Cameron che ha già approvato queste misure. Peraltro ipotizzate, su suolo tedesco, dalla stessa socialdemocrazia.

SOTTO TIRO
La svolta della cancelliera verso una maggiore durezza è quasi obbligata. Le violenze di massa e le rapine contro le donne, una specie di truculento e sessista flash mob, sono l'ennesimo colpo alla politica dell'accoglienza, che la Merkel ha deciso di difendere fino all'ultimo. Al recente congresso della Cdu, il partito del quale è leader senza rivali (almeno finora), ma che rischia di sfuggirle di mano, è riuscita a imporre la sua linea: niente “Obergrenze”, cioè niente limite massimo di accoglienza per i profughi, che in un anno sono arrivati alla cifra di 1,1 milioni. Però ha dovuto ammettere davanti al partito che è necessario attuare controlli più stringenti su chi entra in Germania. Una formulazione di compromesso che, dopo gli eventi di Capodanno, rischia di non bastare più. Un sondaggio della rete pubblica ARD rivela che il 57% dei tedeschi sono per il ripristino dei controlli alle frontiere. Il partito populista e xenofobo AfD (Alternativa per la Germania) viene dato al 10 per cento.

Fino ad ora la cancelliera ha dominato la scena grazie alla sua insostituibilità: difficile pensare a un altro candidato per le politiche dell'autunno 2017. Ma la Csu, il partito bavarese gemello della Cdu, la contesta apertamente. La regia del dramma dell'immigrazione, che ha voluto ostinatamente condurre a modo suo, potrebbe sfuggirle.