La donna sparò cinque volte contro il marito e poi rivolse la pistola contro se stessa, ma sopravvisse al colpo.
L'ex moglie di Martin, Christina Keller, che prese in custodia il pappagallo dopo l'omicidio, ha riferito che l'uccello ripeteva continuamente le parole del diverbio della sera del delitto terminando con l'espressione «Non sparare, non sparare».
I genitori della vittima credono nella possibilità che l'animale abbia ascoltato la discussione della coppia e perciò abbia cominciato a ripetere le parole che ha ascoltato durante la lite. «Personalmente credo che fosse lì e che si ricordi e ripeta quello che ha sentito» ha riferito a Fox News il padre di Martin, Charles. «Quel pappagallo percepisce tutto e lo ripete» ha confermato la mamma della vittima, Lilian Duram.
Inizialmente si era pensato di coinvolgere il pappagallo come prova nel giudizio finale, ma poi l'idea è stata scartata. Documenti della polizia indicano che la coppia aveva problemi con il gioco d'azzardo e, secondo gli agenti, Glenna aveva lasciato diverse lettere che annunciavano il suo suicidio. La donna continua a negare di essere stata l'autrice di quegli scritti anche in presenza di un'attenta analisi calligrafica che accerta il contrario.
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