Melania dà al marito Donald Trump una lezione di bon ton sui tweet

Melania dà al marito Donald Trump una lezione di bon ton sui tweet
di Anna Guaita
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Sabato 19 Agosto 2017, 19:10 - Ultimo aggiornamento: 21 Agosto, 10:45

NEW YORK – E’ decisamente la meno presenzialista delle first lady dei nostri tempi. Melania Trump raramente si fa vedere in pubblico e non sempre accompagna il marito nei suoi viaggi o nei suoi impegni sociali. Anche sulla questione della residenza, è stata ferrea: si è trasferita a Washington solo dopo che il figlio Barron aveva finito l’anno scolastico.

E ora diventa ovvio che l’indipendenza di Melania brilla soprattutto in un settore che Trump domina in modo schiacciante: i tweet.

Anche Melania ha un following non indifferente, oltre 8 milioni di seguaci leggono i suoi cinguettii. Ma a differenza del marito, lei ne scrive pochi, sempre succinti, pieni di umanità e non gridati. Non usa mai le maiuscole o i punti esclamativi. Né ricorre a Twitter per attaccare oppositori, ma semmai per ringraziare chi è stato gentile con lei.

Pochi avrebbero sottolineato la differenza fra marito e moglie, se non fosse che Melania ha riscosso il plauso anche degli oppositori del marito proprio su due fronti molto scottanti: la first lady ha twittato prima di Donald e in modo più spontaneo e caldo, in reazione sia ai disordini di Charlottesville, sia all’attentato terrorista a Barcellona.

Sui fatti di Charlottesville – la manifestazione della destra suprematista bianca che si è conclusa con la morte di una ragazza investita dall’auto di un giovane fanatico neonazi -  Melania è arrivata più di un’ora prima di Donald: «Il nostro Paese incoraggia la libertà di parola – ha twittato Melania -. Ma dobbiamo comunicare senza odio nei nostri cuori. Nulla di buono viene dalla violenza». Pur senza prendere posizione politica, e senza mettersi in rotta con il marito, la first lady è apparsa più umana e super partes di Donald.

Melania si rifiuta di coordinare i suoi tweet con l’ufficio di Donald. Non ne scrive tanti, è vero, ma non ne scrive di inutili o banali. Proprio lei, che è stata presa in giro per il suo inglese non perfetto, per i suoi interventi pubblici poco spontanei, per l’attenzione ossessiva per l’eleganza, per lo scarso entusiasmo per la politica, dimostra più buon gusto non solo del marito, ma dei suoi collaboratori.

Tra l’altro Melania ha rifiutato di assumere uno staff numeroso, come hanno fatto le first lady che l’hanno preceduta: solo dieci assistenti contro i venti che in genere lavorano nella East Wing. E anche pochi e rari impegni pubblici. La vedremo solo a settembre alla guida di una delegazione all’estero: quasi un anno dopo l’elezione del marito, Melania guiderà la delegazione americana ai giochi Invictus in Canada.

Invece non andrà, né lei né lui, alla serata di gala dei premi Kennedy, il 3 dicembre. Alcuni degli ospiti d’onore, come lo scrittore Norman Lear e la ballerina Carmen De Lavallade avevano già informato che non avrebbero accettato di partecipare alla tradizionale cena alla Casa Bianca, dopo le premiazioni. Anche il cantante Lionel Richie sembrava in dubbio. E per evitare l’imbarazzo di un pubblico boicottaggio della presidenza, Trump e moglie resteranno a casa.

 


 

 

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