Marò, Letta: «Rapporti negativi con l'India». Ashton all'Onu: «No all'antiterrorismo»

Salvatore Girone e Massimiliano Latorre (Foto LaPresse)
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Venerdì 14 Febbraio 2014, 14:36 - Ultimo aggiornamento: 15 Febbraio, 13:43

La posizione della Ue molto chiara: siamo profondamente preoccupati per la vicenda dei due mar, e in particolare per il rischio che vengano incriminati in base alla legge antiterrorismo»: lo ha detto l'Alto rappresentante Esteri della Ue Catherine Ashton al Palazzo di Vetro per incontrare il segretario generale Onu Ban Ki-moon.

«Oggi voglio ribadire i miei sentimenti di vicinanza a Salvatore Girone e Massimiliano Latorre e alle loro famiglie. Sono certo che l'impegno delle istituzioni italianee dell'Italia intera continuerà con determinazione fino alla soluzione della vicenda». Lo ha detto il presidente del Consiglio Enrico Letta, che ha presieduto questa mattina la riunione della task force interministeriale sulla questione dei fucilieri di Marina Salvatore Girone e Massimiliano Latorre. Erano presenti i ministri degli Affari esteri Emma Bonino, della Difesa Mario Mauro, della Giustizia Annamaria Cancellieri, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Filippo Patroni Griffi e l'inviato speciale, Staffan de Mistura. «L'eventuale ricorso da parte indiana alla legge sulla sicurezza marittima, oltre a ledere la dignità dell'Italia e dei marò, avrebbe conseguenze negative nei rapporti con l'India e nella lotta globale contro la pirateria». Lo sottolinea una nota di Palazzo Chigi diffusa al termine della riunione della task force interministeriale sui Marò.

Nel corso della riunione - riferisce un comunicato - in attesa delle prossime decisioni della Corte suprema indiana, si è fatto il punto sugli ultimi sviluppi della vicenda, anche in relazione alle posizioni assunte in sede internazionale dal segretario generale delle Nazioni unite Ban Ki-moon, dall'alto rappresentante dell'Unione europea per gli Affari esteri e la politica di Sicurezza Catherine Ashton e dal segretario generale della Nato Anders Fogh Rasmussen, che hanno manifestato preoccupazione per l'eventuale ricorso da parte indiana alla legge sulla sicurezza marittima. Oltre a ledere la dignità dell'Italia e dei marò, il ricorso a tale legge avrebbe conseguenze negative nei rapporti con l'India e nella lotta globale contro la pirateria.

La Difesa. Sul caso dei due marò «è stata esplorata l'ipotesi di un arbitrato» internazionale. Lo ha detto il ministro della Difesa, Mario Mauro, lasciando Palazzo Chigi al termine della riunione della task force sulla vicenda dei due fucilieri. La questione delle acque internazionali - ha detto - «apre ad un contenzioso in un contesto internazionale».

L'Unione europea. «Quando l'Europa ha iniziato a fare sentire la sua voce» da Nuova Delhi sono arrivati sviluppi positivi sul caso dei due marò italiani. Lo ha affermato il vice presidente della commissione europea Antonio Tajani, ricordando che dopo le dichiarazioni di Jose Manuel Barroso e Catherine Ahston «è scomparsa la parola pena di morte» dal dossier aperto in India. «L'Italia, da sola, non bastava», ha aggiunto Tajani sottolineando che «è necessario dare all'Unione europea il peso che le spetta nelle grandi vicende internazionali, che è fra l'altro quello che chiedono i cittadini» e che l'Ue deve impegnarsi su questo fronte, parlare con una voce sola, «non impicciarsi in stupidaggini». «Non si dimostra forza con le migliaia di regole», ha precisato. Tajani ha quindi citato la questione della costruzione del Canale di Panama, che si avvia verso una soluzione, anche grazie all'intervento come «facilitatore» dell'Ue, al fianco delle imprese private di Italia, Spagna e Belgio coinvolte nella costruzione del grande progetto, per risolvere la crisi scoppiata con il committente, attraverso «colloqui costanti con il governo locale».

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