Maradona, l'avvocato di Diego racconta la sua verità: dall'alcol ai dubbi sulla paternità di Diego jr

Maradona, l'avvocato di Diego racconta la sua verità: dall'alcol ai dubbi sulla paternità di Diego jr
di Francesco De Luca
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Martedì 6 Aprile 2021, 10:32 - Ultimo aggiornamento: 10:34

La prima intervista dopo oltre quattro mesi di silenzio. Deflagrante, con accuse durissime alla ex moglie, alla ex compagna e ai figli di Maradona. Ecco Matias Morla, l'avvocato di Buenos Aires che ha curato gli affari di Diego negli ultimi anni. E anche l'uomo che aveva creato e gestito il “cerchio magico”, il perfido “entorno”, che isolò il Campione in pieno decadimento fisico, molto prima degli ultimi tragici mesi. Morla è stato intervistato da Jorge Rial, un'esclusiva nel programma Tv Nostra su America Tv. E le parole sono state pietre, lanciate anche contro il figlio napoletano di Maradona, Diego Junior, nato nel 1986 dalla relazione con Cristiana Sinagra e riconosciuto nel 2017. Morla è apparso commosso, ha dichiarato che il 25 novembre «Diego è morto da solo e che è morta una parte di me stesso».

Queste le dichiarazioni più forti di Morla.

Su Claudia, Dalma e Gianinna: «Dalma e Gianinna sono lacerate dall'odio, hanno sempre evitato i fratelli Jana e Diego Junior ma adesso stanno dalla stessa parte per l'eredità.

Maradona lo sapeva: i ladri sono loro, non io. Quando è nato Diego Fernando (ultimo figlio di Diego, ndr), hanno prelevato 1.950.000 dollari dai conti correnti. Diego si sentiva derubato, tradito. Ho passato accanto a lui sette vigilie di Natale e di Capodanno: aspettava telefonate che non arrivavano mai. Claudia ha avuto il cadavere, non Diego.  E lo ha sollevato come un trofeo. Diego era indignato con Dalma perché aveva chiamato la figlia Roma mentre lui era napoletano. Le figlie non mi amano dal 2014, quando Diego decise di ritirare le loro carte di credito».

Su Rocio Oliva: «Ne era innamorato e la fine di questa storia, decisa da lei, è stata una delle ragioni della sua morte. Se Diego diceva dieci parole, undici erano su Rocio. Avrebbe voluto regalarle un appartamento a Roma ma lei diceva di voler vivere a Buenos Aires».

Su Veronica Ojeda: «Il vincolo era rappresentato dal figlio Diego Fernando».

Su Diego Junior: «Ha sofferto prima di essere riconosciuto. Diego gli diceva: “So che tua madre è stata con i miei fratelli”. Perché ora Diego Junior mi attacca? Prima mi telefonava, gli ho comprato una Mercedes Benz e una casa».

Su Leopoldo Luque: «Lo scelsi come medico quando Diego ebbe la necessità di essere seguito dopo un'operazione allo stomaco. L'ho allontanato perché ho dei codici. Confido nel lavoro che stanno facendo i medici della commissione istituita dal tribunale, i migliori medici del Paese».

Sull'alcol: «Era la parte oscura di Maradona e lui sapeva di essere il responsabile. Le accuse nei miei confronti? Nel 2000, quando venne ricoverato, avevo 19 anni. Nel 2007, quando stava con Veronica Ojeda, beveva appena si alzava. Non condanno nessuno, sia chiaro: Diego perdeva una partita e si ubriacava».

Sui contratti: «Avevamo creato una società con un contratto firmato davanti al notaio a Dubai nel 2015. Diego mi disse: «Il marchio è per le mie sorelle, i diritti di immagine per i miei figli». Le sorelle vivranno di questo fino alla mia morte. Io ero un partner e prendevo una percentuale». 

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Sulla manifestazione in piazza: «Non c'è stato alcun giudizio in tribunale, c'è invece una condanna sociale. Alla manifestazione davanti all'Obelisco di Buenos Aires sono stati mandati i barra bravas (gli ultrà delle squadre argentine, ndr). Sono andati in piazza perché adesso che Maradona è morto nessuno può pagare più».

Morla non ha ancora completato la deposizione dei documenti su contratti, conti bancari e beni richiesti dall'avvocato Sebastian Baglietto, incaricato di gestire la successione di Diego (gli eredi sono i 5 figli). Ma il suo legale Mauricio D'Alessandro ha recentemente dichiarato: «Negli ultimi sei anni di vita Maradona aveva dato a familiari e amici 5 milioni di dollari. Una cifra altissima, considerando che non guadagnava quanto Messi». 

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