Mogli, figli e nipoti: all’interno del clan è già scoppiata la guerra per l’eredità

Nelson Mandela con la famiglia
di Deborah Ameri
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Sabato 7 Dicembre 2013, 08:19 - Ultimo aggiornamento: 8 Dicembre, 09:59

Sei figli (tre dei quali gi morti), tre mogli (l’ultima sposata a 80 anni), 17 nipoti, 12 pronipoti e quattro figliastri. Una famiglia allargata, anzi un clan, che da sempre litiga per l’eredità spirituale e materiale di Mandela. Le divisioni e le rivalità interne hanno più volte acceso battaglie e polemiche, in qualche caso, dicono i critici, infangando il buon nome del loro leader, che era riuscito a pacificare il Sudafrica, ma non i suoi eredi.

La diatriba più feroce è iniziata quando nel 2011 il nipote più anziano, Mandla Mandela, ha dissotterrato le spoglie di tre figli del premio Nobel dal villaggio di Qunu e li ha sepolti a Mvezo, dove Mandela è nato e dove Mandla dal 2007 è diventato capo villaggio, con la benedizione del nonno. Qui ha costruito un hotel e un centro visitatori e qui sperava sorgesse anche la tomba dell’icona del Sudafrica. Un mausoleo lucroso, che avrebbe portato nelle tasche del capo villaggio una fortuna, lo aveva accusato un’altra fazione di sedici famigliari, cappeggiata soprattutto dalla figlia Makaziwe e dall’ultima moglie Graça Machel. Sono loro ad aver denunciato Mandla e ad aver vinto la causa. E’ così che i tre figli di Mandela sono tornati a Qunu. Ma Mandla non si è arreso.

Sostiene che gli altri parenti stiano facendo di tutto per impossessarsi del denaro del nonno, tanto da voler estromettere da due società controllate dal clan l’avvocato per i diritti umani e miglior amico di Madiba, George Bizos. «Io non volevo cacciarlo e adesso la famiglia vuole farmela pagare», aveva dichiarato Mandla». Non solo. Ha anche accusato il suo stesso fratello, Mbuso, di aver una relazione con sua moglie e di averla messa in cinta. E suo padre Makgatho di aver avuto un figlio fuori dal matrimonio. Negli ultimi mesi gli attacchi si sono fatti sempre più imbarazzanti, tanto che molti sudafricani hanno detto di vergognarsi della famiglia del loro leader.

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