Mamma americana uccisa dai terroristi in Mali: «Lottava contro l'intolleranza e il fanatismo»

Mamma americana uccisa dai terroristi in Mali: «Lottava contro l'intolleranza e il fanatismo»
di Federica Macagnone
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Sabato 21 Novembre 2015, 16:33 - Ultimo aggiornamento: 16:30
Anita Datar, l'unica cittadina americana uccisa nel raid terroristico nell'hotel Radisson, nel Mali, aveva speso la sua vita aiutando gli altri, lavorando per lo sviluppo e il benessere delle persone, lottando contro l'intolleranza e il fanatismo. Tutto questo non l'ha salvata dalla furia cieca di terroristi che non fanno sconti né distinzioni. Certo, non era questo che sognava quando, poco più che ventenne, già si adoperava in Senegal come volontaria del Peace Corps, organizzazione internazionale creata dal governo statunitense per aiutare i Paesi sottosviluppati.



Ora, a 41 anni, madre di un bimbo che va alle elementari, era un senior manager di Palladium, una società di sviluppo internazionale con sede a Washington. Lei che, come si legge anche nel suo profilo Linkedin, era particolarmente interessata ai temi della sanità pubblica, della pianificazione familiare e della cura dell'HIV, nei giorni scorsi era ancora una volta in Africa, per rendersi utile con la sua esperienza accumulata, anche dopo la laurea e un master, in anni di studi e di pratica sul campo. Come aveva fatto in altre parti del mondo, come ad esempio in India, dove aveva lavorato in un'organizzazione no-profit per aiutare le donne povere nel campo dell'assistenza sanitaria. Avrebbe potuto dare ancora tanto, Anita. I terroristi non gliene hanno dato il tempo: hanno deciso che il suo tempo era finito.



L'ambasciatore americano in Mali ha chiamato la sua famiglia nel tardo pomeriggio di venerdì per informare Sananda Datar, la madre della donna. «Siamo devastati dalla morte di Anita, non riusciamo a credere che sia stata uccisa per un atto insensato di violenza e terrorismo - ha detto il fratello, Sanjeev Datar - Era una delle persone più gentili e generose che abbiamo mai conosciuto. Amava in modo straordinario la sua famiglia e il suo lavoro. Tutto ciò che ha fatto nella sua vita lo ha fatto per aiutare gli altri: come madre, come esperta di sanità pubblica, figlia, sorella, amica. E mentre noi siamo qui, arrabbiati e rattristati per la sua morte, sappiamo che lei avrebbe voluto continuare a promuovere l'istruzione e l'assistenza sanitaria per prevenire la violenza e la povertà in patria e all'estero, non l'intolleranza».  



In un messaggio Twitter, il segretario di Stato John Kerry ha fatto uno specifico riferimento alla sua perdita. «Piangiamo l'americana Anita Datar - ha scritto - e tutte le persone morte durante l'attacco. Estendiamo le condoglianze alla famiglia e agli amici e siamo vicini al popolo del Mali».



Restano sulla sua pagina Facebook scene di quotidiana felicità, con tante immagini del figlio Rohan sorridente sulla sua bicicletta, mentre si veste per Halloween, mentre abbraccia la sua mamma. E una scritta sotto una foto del piccolo: «Vedi... la tua mamma ha sempre ragione...». Rohan potrà conservare quella frase come un tesoro: la sua mamma aveva ragione, la sua strada era quella giusta.