L'insegnante avrebbe ordinato ai bambini di non mangiare o bere in presenza di compagni musulmani: chi voleva farlo doveva recarsi in bagno dove, in mancanza di acqua, doveva bere la propria urina.
Quel discorso ha scatenato l'indignazione dei genitori che hanno presentato una denuncia contro l'insegnante, arrivata direttamente sul tavolo del vice ministro dell'Istruzione malese P. Kamalanathan. Il titolare del dicastero ha rimproverato il prof, sottolineando però che quelle frasi erano state dette per scherzo. Ma la tensione non si è allentata: nella notte due uomini hanno attaccato la scuola con una bomba molotov che ha provocato diversi danni alla struttura. Gli artefici del raid sono stati già assicurati alla giustizia.
Il clima fibrillante affonda le radici nella convivenza tra l'oltre 60% della popolazione musulmana e la restante fetta composta da buddisti, induisti, taoisti con appena un 9,4% di popolazione cristiana. Nonostante la Malesia si definisca un nazione musulmana moderata e progressista, fenomeni di conservatorismo islamico sono in aumento.
Molte mense negli istituti pubblici malesi, tra cui scuole e università, vengono chiuse durante il mese sacro nonostante il numero significativo di studenti non musulmani.
Solo un anno fa aveva destato un'ondata di indignazione la foto di un papà che aveva immortalato la figlia e un gruppo di bimbi non musulmani costretti a mangiare in un bagno per sottrarsi alla vista dei compagni che rispettano il Ramadan. La scuola, in seguito, aveva reso noto che la mensa era in fase di ristrutturazione, ma i media locali non avevano ritrovato riscontri di lavori in corso.