Malaysia, arrestato un ingegnere simpatizzante dell'Isis: «Era pronto a farsi esplodere in volo»

Malaysia, arrestato un ingegnere simpatizzante dell'Isis: «Era pronto a farsi esplodere in volo»
di Federica Macagnone
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Sabato 21 Maggio 2016, 14:29 - Ultimo aggiornamento: 22 Maggio, 20:15
Pronto a farsi esplodere in volo o a compiere un dirottamento su un aereo di linea sotto la bandiera dello Stato islamico. È questo il profilo emerso di un ingegnere dell'aviazione arrestato con altre 14 persone in Malaysia lo scorso marzo dopo essere stato accusato di terrorismo a sfondo religioso. Secondo il South China Morning Post, che ha citato una fonte della sicurezza locale, l'uomo, un 49enne, è un ex tecnico di volo della Royal Malaysian Air Force che per 13 anni è stato un impiegato di una società che si occupa della manutenzione dei velivoli. Secondo la fonte, le sue mansioni consistevano nell'accertamento della sicurezza dell'aereo. « Era la persona che dava il segnale verde per indicare che il velivolo era pronto per il decollo». 

L'accusa. Secondo quanto riporta Asianews, l'uomo è finito in manette a fine marzo insieme ad altre 14 persone in un’operazione di polizia compiuta in sei Stati federali e nella capitale Kuala Lumpur. Adesso è finito sotto processo con l'accusa di «aver tenuto lezioni di religione in cui propagandava l’ideologia dell’Isis». Ma non solo. L’uomo, infatti, «è conosciuto per aver sostenuto in modo attivo lo Stato Islamico sul suo profilo Facebook. Ha mostrato video dell’Isis sul suo telefonino ad alcuni amici con lo scopo di incitarli a unirsi ai jihadisti». I magistrati parlano di una situazione molto preoccupante visto il legame dell'ingegnere con l'Isis: «Poteva sabotare un aereo senza problemi. Poteva anche mettere bombe o armi da contrabbando dentro i velivoli».

I precedenti. Per la Malaysia non è il primo caso: l'ingegnere, infatti, è il secondo uomo che gravita intorno all'industria dell'aviazione che viene arrestato. L’anno scorso, un agente della polizia che aveva l'incarico di effettuare i controlli all’aeroporto internazionale di Kuala Lumpur è stato fermato: secondo le accuse avrebbe aiutato il cognato a partire per la Siria per unirsi alle fila dello Stato Islamico.
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