Madrid, si dimette assessore di "Podemos": aveva twittato barzelletta antisemita

Madrid, si dimette assessore di "Podemos": aveva twittato barzelletta antisemita
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Lunedì 15 Giugno 2015, 20:39 - Ultimo aggiornamento: 16 Giugno, 15:34
​Primi guai di correttezza politica per il nuovo sindaco targato Podemos di Madrid Manuela Carmena, costretta a meno di 48 ore dall'insediamento ad accettare le dimissioni del nuovo assessore alla cultura Guillermo Zapata, autore nel 2011 di un tweet con una barzelletta antisemita.

«Come si mettono sei milioni di ebrei in una 600? Nel portacenere» aveva scritto l'allora vignettista. Nel 2011 Zapata, come gli altri militanti post-indignados di Podemos ora alla guida delle principali metropoli spagnole - Madrid, Barcellona, Valencia, Saragozza, Cadice, La Coruna - era solo un cittadino come gli altri, non un personaggio politico. Aveva nel sangue, ha spiegato, la passione per 'l'humour nero crudelè. Ma l'improvvisa risurrezione di quel tweet, e di altri 'politicamente scorrettì, gli è costata cara.



Su Twitter #ZapataDimision è diventato subito un trend topic. Socialisti, che ha Madrid hanno votato per Carmena, e popolari hanno chiesto le sue immediate dimissioni. L'ambasciatore di Israele si è detto «preoccupato». Zapata si è scusato, ha spiegato di essere contro razzismo e antisemitismo, ha invocato la libertà di espressione, anche crudele. Ma lo ha difeso solo il nuovo sindaco di Saragozza, pure lui di Podemos, Pedro Santisteve, che ha parlato di «caccia alle streghe» e spiegato che «si può sbagliare quando si hanno 15, 20 anni». Così oggi Zapata si è dimesso da assessore. E Carmena ha accettato. Rimarrà consigliere comunale. Ma è probabile che il suo caso non sia l'ultimo. A Madrid c'è n'è già un altro. Quello dell'assessore alla 'Trasparenza e al Governo Apertò Pablo Soto che nel 2012, pure su Twitter, aveva invocato, ironicamente, una «ghigliottina» per l'allora ministro della giustizia anti-abortista Alberto Gallardon, e aveva scritto che preferiva usare una Kalashnikov piuttosto che darsi fuoco per protesta davanti al parlamento. Anche lui ha chiesto scusa. «Era giovane, portava in sè la disperazione della rivolta degli indignados», lo ha giustificato Carmena.



Per ora Soto non ha dovuto lasciare.
Ma le due vicende hanno dato nuove munizioni al Partido Popular del premier Mariano Rajoy, che accusa i socialisti di avere consegnato «ai radicali» le quattro più grandi città del paese appoggiando l'elezione dei sindaci 'indignatì. Un patto fra Podemos e Psoe oggi ha tolto ai popolari anche la Regione Castiglia La Mancia, finora governata dalla numero due del PP Maria Dolores de Cospedal. La sostituirà un socialista.
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