Macron tratta da solo: faccia a faccia con May sulle regole della Brexit

Macron tratta da solo: faccia a faccia con May sulle regole della Brexit
di Francesca Pierantozzi
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Sabato 4 Agosto 2018, 13:24 - Ultimo aggiornamento: 5 Agosto, 18:55
PARIGI - Né soft, né hard, ma una Brexit cordiale è quella di cui hanno discusso ieri a bordo-piscina Emmanuel Macron e Theresa May, primo leader straniero ad essere accolto a Fort Bregançon, la residenza mediterranea dei presidenti francesi che Macron vorrebbe trasformare in una Camp David Transalpina. L'Eliseo ha martellato che no, Macron non intende in nessun modo sostituirsi a Michel Barnier, il negoziatore Brexit per l'Europa, e che no, Parigi non intende sostituirsi a Bruxelles nei negoziati con Londra, ma nelle due ore di discussioni in giardino, Macron e May hanno parlato di una Brexit à la française, in cui i capitoli difesa e sicurezza non sono meno importanti di quelli commerciali.

PARENTESI TRA LE VACANZE
È stato Macron a volere che l'incontro si svolgesse a Fort Bregançon, in un contesto, se non vacanziero, almeno disteso. May è arrivata alle sei e un quarto, appena un'ora dopo l'arrivo sul posto di Brigitte e Emmanuel, che qui trascorreranno le loro vacanze. May reduce da un breve soggiorno in Italia ha cominciato in Costa Azzurra con Macron la campagna di sponsorizzazione della sua idea di soft Brexit, per ora di scarso gradimento a Bruxelles. Il presidente francese, d'altra parte, è uno degli ossi più duri, visto che la Francia ha tutto da guadagnare da una uscita tosta di Londra dall'Europa, con Parigi pronta ad accogliere a braccia aperte le società e i capitali in fuga dalla City. Convincere i francesi della bontà della sua Brexit sarebbe per il governo britannico (alleggerito dalle dimissioni dei duri Boris Johnson e David Davis) una grossa vittoria, a otto mesi dalla fatidica data di uscita. Secondo fonti dell'Eliseo, Macron ha soprattutto «ascoltato» e May soprattutto «spiegato» durante un incontro che non è stato seguito da nessun annuncio ufficiale e da nessuna conferenza stampa, proprio perché, spiegano quello che c'è da dire sulla Brexit si deve dire a Bruxelles. Per il Times, May è addirittura arrivata in Francia per «supplicare» Macron ed evitare di passare alla storia come la premier che «non riuscì a far uscire il suo paese in modo decente dall'Europa».

Ma Macron non è certo stato solo a sentire (questa sì sarebbe davvero una notizia). Il presidente francese guarda già al dopo Brexit soft o hard che sarà quando Londra e Parigi potranno riprendere le relazioni particolari della loro storia di entente, di intese più o meno cordiali. Sul tavolo di Bregançon sono stati posti anche il tema della sicurezza e quello dell'immigrazione, che può già contare su un trattato bilaterale firmato a Sandhurst a gennaio sulla frontiera della Manica. All'ordine del giorno anche la cooperazione militare. Dopo la Brexit il Regno Unito diventerà più atlantista e strategicamente più vicino alla Francia, senza contare le occasioni di ritrovarsi al Consiglio di Sicurezza dell'Onu, dove sono entrambi membri permanenti. Unici paesi europei dotati dell'arma nucleare, Inghilterra e Francia potranno far giocare in libertà, dopo la Brexit, tutti i reciproci interessi strategici.

I TIMORI DI LONDRA
Su tutti questi punti, Macron non ha avuto nessun bisogno a Bregançon di rifarsi alle posizioni europee o di preoccuparsi delle dichiarazioni di Barnier. Ieri forse anche complice il dolce clima mediterraneo - May si è mostrata alla fine meno pessimista del suo nuovo ministro degli Esteri Jeremy Hunt, che lunedì a Parigi si è detto molto «preoccupato» per «il rischio reale di una Brexit senza accordo». May lo ha ripetuto ieri a Macron e continuerà a ripeterlo nei prossimi mesi: «Occorre inviare una segnale forte a Bruxelles». Poi basta lavoro e cena con vista sul mare con i rispettivi consorti, Brigitte e Philip.
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