Macron sul caso Benalla: «Sono io l'unico responsabile, mi sono fidato di lui»

Macron sul caso Benalla: «Sono io l'unico responsabile, mi sono fidato di lui»
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Martedì 24 Luglio 2018, 21:49 - Ultimo aggiornamento: 25 Luglio, 19:05

Il presidente francese Emmanuel Macron assume intera la responsabilità della vicenda Benalla dopo una settimana di aspre polemiche per il presunto trattamento 'di favorè accordato all'ex bodyguard e collaboratore del presidente indagato per le violenze del primo maggio a Parigi. 

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«È stata per me una delusione, un tradimento. Nessuno, nessuno, tra i miei collaboratori o nel mio gabinetto è «Ciò che è accaduto il primo maggio è stato un tradimento», ha detto il presidente parlando della vicenda dinanzi ai parlamentari della maggioranza. «Se cercano un responsabile, l'unico e solo responsabile sono io», ha aggiunto. Nessuno, nessuno - ha sottolineato - tra i miei collaboratori o nel mio gabinetto è stato mai protetto o sottratto alle regole, alle leggi della Repubblica, al diritto di tutti i cittadini«.
«Sono io ad aver avuto fiducia in Alexandre Benalla. Sono io ad aver confermato la sanzione. Non è la Repubblica dei fusibili, la Repubblica dell'odio. Non puoi essere capo solo quando c'è bel tempo. Se vogliono un responsabile, eccolo qui, davanti a voi, che vengano a cercarlo». L'ammissione giunge al termine di un'altra giornata infuocata di accuse sulle responsabilità dell'Eliseo, mentre l'80% dei francesi - secondo un sondaggio diffuso da BFM-TV - si diceva »scioccato« per la vicenda, e il 75% invocava una dichiarazione pubblica del capo dello Stato, rimasto da giorni in un imbarazzato silenzio. »Una deriva individuale non può diventare un affare di Stato«, ha detto il premier Edouard Philippe messo alle strette durante un infuocato question time in parlamento.

Interrogato dalla commissione d'inchiesta dell'Assemblée Nationale, il capo di gabinetto di Macron (e superiore gerarchico di Benalla), Patrick Strzoda, ha detto di »assumersi« le proprie responsabilità cercando per quanto possibile di difendere il suo operato. In molti lo indicano come il possibile 'fusibilè che rischia di saltare in questo pazzo luglio francese passato in poche ore dall'entusiasmo della vittoria ai Mondiali alla peggiore crisi del quinquennato. Attraverso il suo legale, l'ex 'Mr Sicurezzà di Macron indagato per violenze denuncia »l'isteria collettiva« e fa sapere che presto si »esprimerà pubblicamente«. Ma l'opposizione insorge. I deputati dei Républicains presenteranno una mozione di censura, ovvero di sfiducia, contro il governo, una prima assoluta dall'inizio dell'era Macron.
«Il governo ha fallito», tuona il capogruppo neogollista Christian Jacob. Anche se le chance che la mozione venga approvata appaiono pressoché nulle, si assiste ad alleanze impensabili sino a pochi giorni fa, con il gruppo de 'La France Insoumisè del tribuno della gauche alternativa Jean-Luc Mélenchon che si schiera insieme alla destra.

Intanto, nel barometro dell'Ipsos, Macron perde 4 punti di popolarità, record negativo da settembre. Bersagliato per i privilegi concessi a Benalla - dall'appartamento di lusso nel cuore di Parigi, fino alla berlina con gli equipaggiamenti della polizia o il lauto stipendio - in molti si chiedono cosa abbia spinto il presidente a coprire fino all'ultimo il fidato bodyguard.​

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