Europa, missione nei Balcani del cardinale Parolin per sostenere Montenegro e Serbia

Europa, missione nei Balcani del cardinale Parolin per sostenere Montenegro e Serbia
di Franca Giansoldati
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Giovedì 28 Giugno 2018, 16:12 - Ultimo aggiornamento: 22:04
Città del Vaticano - Missione nei Balcani del Segretario di Stato vaticano per incoraggiare la marcia verso Bruxelles e l'allargamento a Est dell'Unione. In questi giorni il cardinale Pietro Parolin è in visita in Montenegro e in Serbia. A Podgorica, dove è appena arrivato, è stato informato dei progressi compiuti dal Montenegro verso la piena adesione all’Unione Europea. «A tale riguardo, la Santa Sede non può che rallegrarsi per l’integrazione nella famiglia europea di popoli del Continente che storicamente ne fanno parte. L’impegno più volte ribadito dall’Unione Europea nei confronti dei Balcani Occidentali è un segnale positivo e si spera che nel Vertice in programma in questi giorni si rafforzi ulteriormente».

Parolin ribadisce la linea della Santa Sede. «L’Unione Europea non è soltanto un sistema economico e giuridico, ma è soprattutto un progetto di pace e una comunità di principi e di valori. Entrandovi a far parte – come auspico vivamente – il Montenegro potrà anche offrire un apporto proprio, come modello sociale in grado di salvaguardare l’identità religiosa e culturale dei suoi cittadini, di promuovere la convivenza interetnica e interreligiosa, la riconciliazione e la pace, e di sostenere il rispetto dell’ambiente, la “casa comune” e le leggi della natura».

L’Ue ha aperto nuovi capitoli nei negoziati di adesione con Montenegro e Serbia in seguito ai rispettivi incontri della Conferenza di associazione con Belgrado e Podgorica avvenuti a Lussemburgo. La Serbia inizia così il lavoro sui capitoli 13 (pesca e trasporti) e 33 (disposizioni finanziarie e di bilancio), mentre per Podgorica si apre il capitolo 17 (politica economica e monetaria). Così il conto per i capitoli aperti per Belgrado sale a 14 del totale, pari a 35, mentre per Montenegro il numero è 31. I due Paesi sono i primi dei Balcani occidentali ad aver iniziato i negoziati per una futura adesione, che non si intravvede prima del 2025.





 
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