Londra "Mecca" della finanza islamica: al via il World Islamic Economic Forum

Londra "Mecca" della finanza islamica: al via il World Islamic Economic Forum
di Elena Panarella
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Martedì 29 Ottobre 2013, 00:07 - Ultimo aggiornamento: 00:17
Londra diventa la Mecca della finanza islamica. Da oggi fino a gioved nella capitale britannica si terr la nona edizione del World Islamic Economic Forum, che per la prima volta viene ospitato da una citt occidentale. All’evento prenderanno parte 1800 fra politici, finanzieri e imprenditori da 115 Paesi. Tanti i capi di Stato e di governo, come il presidente dell’Afghanistan, Hamid Karzai, re Abdullah II di Giordania, il sultano del Brunei, il primo ministro del Pakistan, Nawaz Sharif. A fare gli onori di casa sarà il sindaco di Londra, Boris Johnson, sempre molto attento agli investimenti dal Medio Oriente e dai Paesi asiatici.



L’iniziativa è così importante per la classe dirigente conservatrice che è intervenuto anche il premier David Cameron: «La Gran Bretagna deve diventare un partner globale della finanza islamica», ha detto. «Sono lietissimo che il forum si svolga a Londra e questa è la riprova che il Paese è aperto agli affari», ha aggiunto Cameron.



Il Regno Unito già da qualche anno è uno dei centri della cosiddetta finanza islamica, rispettosa dei principi espressi dalla religione musulmana. Già ora più di 20 istituti bancari offrono prodotti per questo tipo di mercato. Si calcola che gli investimenti mondiali nella finanza islamica nel 2014 raggiungeranno i 1300 miliardi di sterline.



Questa iniziativa, finalizzata a sviluppare le credenziali della City per il banking islamico e destinata a porsi in diretta concorrenza con altri hub globali come Bahrain, Dubai e Malesia, arriva due anni dopo l’abbandono da parte del governo britannico del progetto di emissioni di obbligazioni conformi ai dettami della sharia, scelta dettata dalla bocciatura da parte del Debt Management Office, a detta del quale l’operazione «non avrebbe offerto valore per l’investimento». Grazie al supporto di ricchi e liquidi fondi di investimento dell’area del Golfo, la finanza islamica ha performato relativamente bene nel corso della crisi e viene vista come uno dei settori con maggiori possibilità di crescita. Standard& Poor’s ha previsto che il giro d’affari per i prodotti conformi alla legge coranica raddoppierà fino a 3 triliardi di dollari entro il 2015, mentre il consulente Oliver Wyman stima che per soddisfare la domanda entro il 2020 nasceranno almeno 150 nuove istituzioni finanziarie islamiche a livello globale.
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