Libia, Gentiloni: «Le salme degli ostaggi uccisi rimpatriate entro domani»

Libia, Gentiloni: «Le salme degli ostaggi uccisi rimpatriate entro domani»
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Lunedì 7 Marzo 2016, 11:55 - Ultimo aggiornamento: 8 Marzo, 10:09

«Non vendeteci all'Isis». È una delle suppliche fatte dai quattro tecnici della Bonatti ai loro sequestratori durante i sette mesi di prigionia in Libia. I rapitori, secondo quanto riferito da Gino Pollicardo e da Filippo Calcagno ai pm romani, risposero: «Tranquilli, non lo faremo». I quattro tecnici della Bonatti, sequestrati a luglio scorso in Libia, potrebbero essere stati venduti ai sequestratori da qualcuno che sapeva del loro spostamento via terra per arrivare a Mellita. I quattro in precedenza avevano sempre raggiunto Mellita via mare ma in quell'occasione si spostarono a bordo di un'auto guidata da un libico. Il sospetto degli inquirenti dunque è che i quattro possano essere stati venduti ai rapitori.

Le salme di Failla e Piano domani in Italia. Le salme dei due italiani rimasti uccisi in Libia rientreranno in Italia «se possibile entro domani». Lo ha annunciato il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni. «Stiamo lavorando incessantemente per fare rientrare il più presto possibile le salme dei due italiani. Se possibile rientreranno entro e non oltre la giornata di domani». È quanto ha dichiarato Gentiloni.


«I corpi sono sempre a Surman», nei pressi di Sabrata, ha riferito all'Ansa il sindaco di Sabrata, Hussein Al-Zawadi.

Surman è una cittadina contigua da Sabrata (i rispettivi centri distano meno di 10 km uno dall'altro) la cui milizia si coordina con quella del municipio guidato da Al Zawadi. Le due milizie, insieme, sono state impegnate nello scontro a fuoco in cui hanno perso la vita i due tecnici italiani.

Intanto Francesco Caroleo Grimaldi, avvocato della vedova di Salvatore Failla, intervenendo ad "Agorà" su Raitre, ha sottolineato: «Lo Stato italiano deve una risposta di verità a Rosalba Failla. Ancora non è stata data una risposta, non si sa chi deteneva i nostri connazionali, non si sa se ci sono stati dei passaggi o se c'è stato un effettivamente un intervento dell'Isis. Non si sa in quale modo e da chi sono partiti i colpi che hanno colpito Salvatore Failla. Non si sa neanche se si riuscirà ad evitare l'autopsia, che la signora Failla avverte come un oltraggio. So che la signora Failla si è sentita con il ministro Gentiloni, che le ha detto che lo Stato si sarebbe mosso per evitare questo sfregio dell'autopsia in Libia si sta cercando di accelerare il rientro in patria delle salme».

Lutto a Capoterra per Fausto Piano. Bandiere a mezz'asta in Comune già da qualche giorno. Dolore e tristezza in tutta la comunità. Ma da oggi Capoterra, il paese alle porte di Cagliari di Fausto Piano, il tecnico della Bonatti ucciso giovedì scorso in Libia, entra ufficialmente in lutto. Alle 18 il Consiglio comunale non affronterà subito gli ordini del giorno in programma, dalla discarica di S'Ottioni Mannu alla consulta degli anziani, ma si fermerà per un minuto in silenzio per ricordare il compaesano vittima della tragedia nella regione di Sabrata. Un paese che si ferma: rimandate tutte le manifestazioni in programma in settimana sino alla svolgimento dei funerali di Piano. Data delle esequie ancora da stabilire: familiari e comunità aspettano il ritorno della salma da Tripoli. Ma per l'esame autoptico si dovrà passare necessariamente per Roma. Una famiglia ed un paese che aspettano risposte.

Dal giorno dell'arrivo della notizia della morte di Piano su Capoterra è scesa una cappa di gelo e silenzio. I familiari stretti si sono chiusi nella loro casa di via Carbonia dove vi è un incessante via vai di parenti e amici intimi. Nessuno se lo aspettava: questo il primo commento a caldo del paese. Ma dopo lo sbigottimento ora sta montando anche la rabbia e la richiesta di spiegazioni con ironici ringraziamenti allo Stato. E c'è chi dice: si poteva fare di più. L'abbraccio collettivo alla famiglia è previsto per i funerali: quel giorno tutta Capoterra si fermerà per stare vicino ai Piano.

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