Libia, Lega araba: Onu ordini no fly zone
Gheddafi avanza: presa Ras Lanuf

Brega, combattenti anti-Gheddafi
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Sabato 12 Marzo 2011, 10:28 - Ultimo aggiornamento: 11 Aprile, 21:26
ROMA - I ministri degli esteri della Lega Araba hanno chiesto al Consiglio di Sicurezza dell'Onu di assumersi le proprie responsabilit per imporre la "no fly zone", una zona di esclusione aerea sulla Libia. Il Consiglio ministeriale della Lega ha anche affermato di voler aprire canali di contatto con il Consiglio nazionale libico per aiutare il popolo libico».



Le truppe di Gheddafi avanzano.
Bombardati dall'esercito di Gheddafi gli insorti libici sono stati costretti ad arretrare dal porto petrolifero di Ras Lanuf. Secondo la Bbc «sembra che le truppe del colonnello abbiano conquistato la città». Intanto, mentre si sono intensificati gli attacchi arei su Brega (l'altro terminal petrolifero in mano agli insorti) e dopo aver conquistato Ras Lanuf, le brigate fedeli a Gheddafi hanno iniziato i bombardamenti su Misurata, in Cirenaica, come confermano fonti dei ribelli libici.



Gli insorti: Ras Lanuf in mano a Gheddafi. «Ci siamo ritirati a tre chilometri di distanza a Ras Lanuf che ora è in mano alle brigate di Muammar Gheddafi - ha detto una fonte dei ribelli libici alla tv satellitare "al-Arabiya" - Siamo vicini e in poche ore potremmo ritornare. Ci siamo ritirati dopo i raid di oggi. Ras Lanuf come al-Zawiyah sono punti nevralgici per Gheddafi perché rappresentano le sue fonti di sostentamento essendoci i principali terminal petroliferi del Paese».



«Siamo fuori da Ras Lanuf, ci hanno bombardato - ha detto il colonnello degli insorti Bashir Abudl Qadr - Siamo tornati indietro di 20 chilometri la scorsa notte perchè eravamo preoccupati che la raffineria esplodesse». Secondo gli insorti l'esercito ha bombardato anche depositi di petrolio, anche se le forze pro Gheddafi negano. Due attacchi aerei e l'esplosione di tre bombe si sono verificate la scorsa notte vicino ad un checkpoint nei pressi di Uqaylah. Il colonnello degli insorti ha riferito che, stando a quanto riferito dagli ingegneri, la raffineria di Ras Lanuf esploderà nei prossimi cinque giorni dovuto ai danni subiti durante la riconquista della città.



Saif Al Islam: l'Italia stia attenta. «Siamo rimasti molto scioccati, anzi molto irritati, dalla vostra posizione perchè voi siete il primo partner della Libia al mondo» ma ora «sarà molto facile rimpiazzare l'Italia con la Cina o con la Russia», «perciò state attenti. Se tu tradisci un tuo partner come credi che quello debba reagire?». Lo afferma ai quotidiani italiani Seif Al Islam, figlio di Gheddafi, sui rapporti tra il regime del suo Paese e l'Italia. «Sapete che cosa accadrebbe se le milizie prendessero il controllo del Paese? - minaccia il leader libico - Che voi sareste le prime vittime, avreste milioni di immigrati illegali, i terroristi salterebbero dalle spiagge di Tripoli verso Lampedusa e la Sicilia. Sarebbe un incubo per l'Italia, svegliatevi!», dice e alla domanda di un messaggio per il premier Berlusconi risponde: «La Libia è una linea del fronte per l'Italia. Quello che succede oggi qui da noi determinerà quello che succederà da voi domani. Per cui: state attenti!».



Saif chiude la strada a qualsiasi accordo con gli insorti. «Sarà guerra fino alla fine - assicura -. Questi terroristi non parlano di democrazia, di elezioni, di valori: sono semplicemente terroristi». Ora però, avverte Saif, «il 90 per cento del Paese è tornato sotto il nostro controllo».



Frattini: è solo il tentativo di legittimarsi. Secondo il ministro degli Esteri, Franco Frattini, le nuove minacce di Seif Al Islam all'Italia sono solo «il tentativo di legittimare un regime che l'Unione europea ha detto che non può essere legittimato». Per quanto riguarda l'affermazione in base alla quale Tripoli controllerebbe già il 90% del territorio libico, Frattini si augura che una commissione ispettiva dell'Onu verifichi effettivamente qual è la situazione sul campo.



Il segretario generale della Lega Araba, Amr Mussa, si è detto favorevole all'imposizione di una no-fly zone sulla Libia e auspicato che l'organizzazione panaraba - che terrà oggi al Cairo una riunione straordinaria - «svolga un ruolo» nella sua attuazione. «Io non so come nè chi sarà a imporre questa zona, vedremo - ha detto Mussa in un'intervista al settimanale tedesco Der Spiegel, che la pubblicherà lunedì - Anche la Lega Araba può svolgere un ruolo, è quanto io auspicherei». «Parlo di un'azione umanitaria - ha aggiunto - si tratta, con una zona di esclusione aerea, di sostenere il popolo libico nella sua lotta per la libertà e contro un regime sempre più sprezzante». I ministro degli Esteri arabi si riuniranno oggi al Cairo proprio per discutere dell'ipotesi di imporre una no-fly zone sulla Libia per proteggere i civili.
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