Libia, l'Isis impone il coprifuoco a Sirte: kamikaze a Derna, 47 morti e 80 feriti

Libia, l'Isis impone il coprifuoco a Sirte: kamikaze a Derna, 47 morti e 80 feriti
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Venerdì 20 Febbraio 2015, 09:45 - Ultimo aggiornamento: 21 Febbraio, 09:31

Tre autobombe dell'Isis sono esplose ad Al Qubah, una cittadina nell'est della Libia causando 47 morti e 80 feriti. Lo riferiscono fonti della sicurezza e militari. Ventisei feriti, fa sapere l'ospedale al Bayda, sono in condizioni molto gravi.

Tra le vittime ci sarebbero anche tre egiziani. Una delle esplosioni ha colpito un edificio dei servizi di di sicurezza, precisano le fonti. Al Qubah si trova ad una quarantina di chilometri ad ovest di Derna, la città trasformata in Califfato da jihadisti affiliatisi all'Isis.

L'Isis ha rivendicato le autobombe secondo quanto riferiscono fonti libiche e la tv Al Jazeera citando «un comunicato» dello Stato islamico.

Coprifuoco a Sirte.

L'Isis ha imposto un «coprifuoco» a Sirte, la città che controlla sull'omonimo golfo,secondo fonti libiche. Ieri media libici avevano confermato che la città è sotto il «completo controllo» dei jihadisti che, oltre edifici governativi, hanno preso anche l'università e compiuto una «parada» di pickup pesantemente armati.

Il sito di Al Arabiya ha citato testimoni per riferire che l'Isis ha preso possesso del centro convegni «Ougadougou» dove l'allora leader Muammar Gheddafi organizzava stravaganti summit africani e arabi.

La città è assediata dai miliziani islamici delle 'Brigate di Misuratà che vogliono riportare l'agglomerato sotto sotto il controllo di Tripoli, la sede del governo filo-islamico non riconosciuto dalla comunità internazionale. Si attende sempre l'esito di negoziati tra l'Isis e anziani delle tribù locali per evitare lo scontro e far uscire i jihadisti lasciandoli andare a Nawfaliya, una cittadina desertica 145 km a est di Sirte.

La proposta

Governo e Parlamento di Tobruk, quelli riconosciuti a livello internazionale, avrebbero respinto una proposta avanzata da «ambienti occidentali» e Onu sulla formazione di un governo di unità nazionale libico entro una settimana al fine di combattere l'Isis: lo riferiscono fonti libiche. La proposta prevedeva di inserire nell'esecutivo i Fratelli musulmani, rivelano le fonti riferendosi alla Confraternita al potere a Tripoli e «l'unico scopo» del governo di unità nazionale doveva essere di combattere lo Stato islamico. Era inoltre previsto di «congelare» il parlamento di Tobruk e far «sparire il generale Khalifa Haftar dalla scena politica». Un deputato, Issa el Erebi, riferiscono ancora le fonti, ha chiesto di «congelare» il dialogo politico in corso sotto la mediazione dell'Onu e di creare a Tobruk un governo «per affrontare il terrorismo».

Egiziani in fuga

Sono circa 189 gli egiziani fuggiti dalla Libia che si sono concentrati al valico di Ras Jedir con la Tunisia. Lo riferisce l'agenzia di stampa egiziana Mena, mentre quella tunisina Tap ha spiegato che gli egiziani saranno rimpatriati su un aereo che partirà dall'aeroporto internazionale di Djerba. Il ministro egiziano dell'aviazione civile Hossam Kamel ha quindi precisato che sul primo aereo, partito alle 16 ora locale, hanno viaggiato 286 persone. In tutto, ha detto Kamel, sono pronti quattro aerei per l'evacuazione di duemila egiziani.

Il ministro egiziano della Manodopera Nahed Al Ashry ha annunciato che il governo del Cairo offrirà opportunità di lavoro per chi ritorna in patria dalla Libia. Secondo al-Ashry non ci sono dati ufficiali dei lavoratori egiziani in Libia in quanto sono molti quelli entrati illegalmente nel Paese nordafricano. Secondo stime non ufficiali, ha però aggiunto il ministro, si può parlare di 800-900mila egiziani in Libia. Altri dati parlano di 1,5 milioni di lavoratori egiziani nel Paese nord africano.