Libano, viaggio lungo la Blue Line dove i soldati italiani lottano per la pace

Libano, viaggio lungo la Blue Line dove i soldati italiani lottano per la pace
di Luigi Avantaggiato
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Martedì 23 Agosto 2016, 11:03 - Ultimo aggiornamento: 24 Agosto, 18:51

Sullo sterrato bianco riposano i solchi degli pneumatici, regolari e cadenzati, segni di un passaggio costante e metodico. Sulla vegetazione mediterranea della costa la luce traccia una linea irregolare che si staglia all’orizzonte. Muoversi lungo la Blue Line, la zona “cuscinetto” che marca il confine tra il Libano e Israele, genera una percezione di ambiguità: la sensazione è di trovarsi all’interno di un “non-luogo” rarefatto, virtuale e privo di confini. Dopo la crisi del luglio-agosto 2006 – circa trenta giorni di combattimenti che hanno riacceso le ostilità tra le Forze Israeliane e le milizie Hezbollah - il Consiglio di Sicurezza dell’Onu intensifica la presenza del contingente Unifil nel Sud del Paese e ne prevede il potenziamento con lo scopo di preservare la pace, monitorare il confine virtuale sancito dalla Blue Line, supportare le forze militari libanesi (LAF) e sostenere la popolazione civile del Sud. «È una presenza che ha portato i suoi frutti» spiega il Generale di Brigata Arturo Nitti, che attualmente è al comando del settore Ovest di Unifil e della Joint Task Force italiana in Libano, prevalentemente composta dagli uomini della Brigata Sassari: «Qui sono schierati uomini e donne provenienti da tutta la Sardegna che si sono preparati con grande impegno per questa operazione». Una forza che, attraverso pattugliamenti congiunti con le LAF e la presenza nei centri abitati, contribuisce alla stabilità di una regione da sempre crocevia di tensioni, di forze instabili e di minacce.
 

 


IL PATTUGLIAMENTO
Il bianco sterrato della Blue Line e la macchia mediterranea che l’abbraccia sono controllati in sinergia dal personale Unifil e dalle forze regolari libanesi, che nel corso del tempo hanno assorbito e consolidato le metodologie operative di controllo del territorio: scongiurare gli sconfinamenti che comunque avvengono da ambo le parti è una necessità di primaria importanza. Le logiche che governano il pattugliamento del confine virtuale tra Libano e Israele assumono una configurazione diversa quando si entra in un piccolo villaggio o si attraversa il centro abitato di una città. «È una missione che guarda molto non solo agli aspetti operativi, ma anche al sostegno e al supporto della popolazione locale» afferma il Generale Nitti, rimarcando l’importanza strategica dei progetti di cooperazione civile-militare(CIVIC). Ecco spuntare quindi lungo la Market Walk di Tiro baschi blu in missione che acquistano cibo e prodotti artigianali locali, innescano attività di scambio e confronto, dialogano, per conoscere e supportare al meglio il referente primario del mandato Onu. L’interazione innesca confronto, rispetto, e si acquisiscono metodologie e competenze da seminare in loco e altrove.

Il supporto al Sud abbraccia anche forme d’assistenza di tipo medico e infermieristico, con un impegno clinico prevalentemente diretto alla popolazione libanese ma che si estende, a volte, nell’aiuto alle migliaia di rifugiati che popolano il confine in fuga dalla devastazione siriana. Il comando del settore Ovest di Unifil è stanziato nella base “Millevoi” in Shama, a una manciata di chilometri a Nord dalla Blue Line, un quartier generale fornito di tutte le risorse per lavorare con velocità ed efficacia nella zona di tensione. «Il lavoro che facciamo si riflette sul campo ma nasce nelle nostre basi, fatte di alloggi, sistemi di telecomunicazione e infrastrutture logistiche che ci consentono di operare al meglio». È la voce del Tenente Colonnello Giuseppe Annecca, a capo del Combat Service Support Battaglion che garantisce il supporto diretto alle attività operative del settore Ovest.

Dentro “Millevoi” risiede la dimensione nascosta di Unifil e dell’operazione Leonte, il lato cieco di una macchina di pace che per funzionare ha bisogno di una progettualità ingegneristica poco raccontata.
Dall’antenna del Wi-Fi alle docce, dai processi d’igienizzazione dei bagni al sistema di potabilizzazione delle acque: Unifil e Leonte sono anche questo.

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