L'irresistibile ascesa di Macron l'affidabile

L'irresistibile ascesa di Macron l'affidabile
di Marina Valensise
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Domenica 23 Aprile 2017, 14:47 - Ultimo aggiornamento: 20:29
Quando era ancora un giovane ispettore delle Finanze, appena uscito dall'Ecole nationale d'aministration, Emmanuel Macron rese visita al finanziere Alain Minc, l'ex enarca con la sua società di consulenza al centro della rete del potere economico e industriale. «Come si vede tra trent'anni?», domandò Minc con formula collaudata. «Come presidente della Repubblica», rispose serissimo quel bel giovanotto dall'aria angelica, che sembrava abitato da una determinazione straordinaria.

LA CONQUISTA DELL'ELISEO
Non sono passati nemmeno vent'anni, e Macron è ai blocchi di partenza per la conquista dell'Eliseo, dopo aver compiuto a tempi di record un percorso netto. Banchiere da Rothschild, membro della Commissione delle riforme creata nel 2007 da Sarkozy, amico di notabili e uomini di influenza, sedotto da Hollande alla segreteria dell'Eliseo e quindi promosso a ministro dell'Economia, autore di una riforma del lavoro, e infine candidato per la successione di Hollande in nome dell'individualismo liberale, dell'apertura ai mercati, di una globalizzazione felice, ma anche di una cauta riforma della spesa pubblica e di un'attenzione all'identità della Francia, patria dei diritti dell'uomo e dell'universalismo democratico. Virtù e fortuna, cosa spiega tanto successo in un tempo tanto breve?

IL SEGRETO
Qual è il segreto di una traiettoria così atipica, che in tre anni ha propulso un semisconosciuto banchiere d'affari ai vertici della vita pubblica, senza passare per la nomenklatura dei partiti, per un'elezione o un mandato politico, ma scegliendo direttamente la via di un movimento fondato ex novo e dal nulla?
Il segreto di Macron ha molte facce. Innanzitutto il suo carattere liscio, mutuante, versatile, disponibile a far proprio il punto di vista dell'interlocutore, anche se non del tutto in linea con il proprio, spesso abusando di un solo avverbio, en même temps, (corrispondente all'italiano ma anche) che traduce il desiderio di conciliare gli opposti. Ma prima ancora c'è la dimensione messianica di un giovane narcisista e molto amico di sé, che insegue il plauso e l'amore di tutti, parlando nei comizi come un televangelista, aprendo le braccia come Cristo in croce, tant'è che persino la moglie lo paragona a Giovanna d'Arco Pare che questa sia una dimensione originaria, legata al suo venire al mondo, figlio primogenito di una coppia di medici di Amiens, nato per surrogare la perdita di una bambina morta in fasce, come racconta Anne Fulda nella sua biografia (Un jeune homme si parfait, Plon editore).
Sin dall'inizio, dunque, Macron ha saputo di avere una missione da compiere, di aver un destino da assolvere. Figlio amatissimo, è stato subito sequestrato dalla nonna materna, Germaine Noguès, detta Manette, altra insegnante originale, figlia di un capostazione e di una donna di servizio completamente analfabeta, e perciò perfetta incarnazione della meritocrazia vincente alla scuola della République.

CRESCIUTO SUI LIBRI
Sin da piccolo, dunque, Macron è stato educato a coltivare la letteratura, l'arte, la cultura in perfetta simbiosi con questa nonna adorante e esigente, ambiziosa e severa, che sapeva spronarlo e premiarlo, e preferiva passare il tempo a leggere o recitare a memoria i versi di Valéry, anziché preparare da mangiare.
La scuola poi ha fatto il resto. Allievo brillantissimo al liceo cattolico di Amiens, dove avverrà l'incontro fatale con Brigitte Trogneux, prof di francese e animatrice dell'atelier di teatro, Macron da ragazzo aveva l'aria di un grande. Sempre col libro in mano, la citazione pronta, l'argomento giusto con cui replicare al fratello che lo prendeva a botte, Macron non solo preferiva frequentare gli adulti, tanto che verrà bollato come dragueur de vieux, ma dagli adulti veniva considerato un coetaneo.

AMORE CORAGGIOSO
«Mai pensato che fosse un ragazzo più giovane di me», dirà sua moglie Brigitte, che a quarant'anni avrebbe potuto essere la madre di quell'allievo sedicenne bravissimo in tutto e innamorato cotto di lei, e finirà per sposarlo nel 2007, dopo tredici anni di un amore impossibile e però coraggioso, esclusivo al punto da farle rinunciare al marito, ai figli, alla sicurezza borghese, e soprattutto tenace e incurante del cosa dirà la gente e dell'ostilità delle rappresentazioni correnti.
Di quel grande amore asimmetrico tra una donna di 24 anni più grande e un liceale sedicenne oggi i francesi sanno tutto quel che c'è da sapere, o quasi: Macron lo celebra apertamente; la moglie ne distilla i dettagli nell'ultima biografia. Lettori e elettori devono aver capito che sta proprio lì, in quell'amore folle e però solidissimo, l'arma segreta, anzi l'atout, che servirà a Macron nella prova del fuoco: perché è lì che si misura la tempra del candidato indipendente, la sua determinazione e forse pure la sua affidabilità.