Khan, il figlio di immigrati diventato sindaco di Londra

Khan, il figlio di immigrati diventato sindaco di Londra
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Venerdì 6 Maggio 2016, 19:10
Suo padre si è guadagnato da vivere per anni al volante degli autobus rossi che simboleggiano Londra. Ma da oggi Sadiq Khan è al volante dell'intero trasporto urbano della capitale britannica e non solo di quello. Il nuovo sindaco della capitale britannica è lui, deputato laburista di 45 anni, ex avvocato dei diritti umani e figlio di immigrati: come milioni di altri nuovi londinesi. 

Nato da pachistani immigrati nel Regno Unito a fine anni '60 (padre autista, madre sarta), musulmano praticante ma laico, ex avvocato dei diritti umani, Khan ha coronato con la conquista del timone della più cosmopolita capitale d'Europa una carriera politica cominciata trentenne con l'elezione ai Comuni e proseguita con i primi incarichi di governo: fino alla nomina a sottosegretario agli Enti Locali e poi ai Trasporti nel gabinetto di Gordon Brown, l'ultimo a guida Labour nel Paese. Sposato con una sua ex collega avvocato, Saadiya, Khan ha due figlie, oggi teenager. Britannico di prima generazione, è appassionato degli sport più tradizionali del regno ed è tifoso sia del Liverpool sia del Surrey County Cricket Club.

Le sue origini affondano tuttavia fra le case popolari di Henry Prince estate, nel quartiere di Wandsworth, dove - quinto di otto figli, sette maschi e una femmina - è cresciuto con la famiglia: dieci persone stipate in un appartamento di tre stanze. Un passato di lavoro e di riscatto di cui è fiero: «Si riparte dal luogo in cui sono cresciuto - ha twittato ieri da lì - per mettere riparo alla crisi degli alloggi creata dai Tory». Esponente del Labour definito «di centro-sinistra», vicino dal 2010 all'ex leader Ed Miliband, non è apparso sempre a suo agio negli ultimi mesi con la svolta radicale impressa dal nuovo portabandiera del partito, il vecchio socialista Jeremy Corbyn.

Mentre è stato in prima fila nel denunciare le scivolate antisemite imputate all'ex sindaco Ken Livingstone. Nello stesso tempo, nella campagna elettorale per la poltrona di mayor ha polemizzato duramente con il rivale conservatore Zac Goldsmith, accusandolo di «razzismo» per aver cercato di far leva contro di lui sulla paura del sindaco islamico, se non «estremista». Uno stereotipo che Sadiq Khan - oggetto nel 2013 addirittura di una fatwa da parte di un imam di Bradford per il sì alla legge sulle nozze gay - rigetta con sdegno. Le polemiche e i colpi bassi del resto non lo hanno fermato. La storia della Londra di oggi, aveva scritto sul suo sito, «è la mia storia». Gli elettori lo hanno certificato.


 
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