Il fondatore di Wikileaks ricorda come gli assalitori, i fratelli Kouachi, fossero dei «ben noti jihadisti» lasciati incontrollati dalla polizia francese, forse perché agivano come «informatori» o forse per «poterli arrestare pochi secondi dopo l'attacco» per ottenere visibilità sui media e maggiori finanziamenti agli apparati di sicurezza.
Assange rigetta inoltre le accuse di chi lo ritiene responsabile, insieme a Edward Snowden, la talpa del Datagate, delle stragi francesi, per aver danneggiato gli apparati di sorveglianza e spionaggio elettronici occidentali. «La tragedia di Parigi - afferma - è un altro esempio di come sia necessaria la sorveglianza mirata e competente e non quella di massa».