Jorit Agoch, rilasciato lo street artist italiano fermato a Betlemme dai soldati israeliani. Liberata 17enne palestinese simbolo della protesta

Jorit, street artist italiano fermato a Betlemme dai soldati israeliani
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Sabato 28 Luglio 2018, 21:38 - Ultimo aggiornamento: 30 Luglio, 14:26
Dopo otto mesi di detenzione per aver schiaffeggiato due militari israeliani, la 17enne palestinese Ahed Tamimi è uscita oggi a testa alta dalla prigione ha-Sharon ed è stata accolta nel suo villaggio in Cisgiordania come un'eroina da una folla di sostenitori.




«La resistenza continuerà fino alla fine dell'occupazione militare», ha annunciato quella che oggi è diventata un'icona della lotta palestinese. Il presidente Abu Mazen l'ha voluta subito abbracciare, il suo vice Mahmud al-Alul l'ha portata sulla tomba di Yasser Arafat, mentre a casa Tamimi piovevano messaggi di congratulazioni da vari Paesi fra cui il Libano (Saad Hariri, Walid Jumbalatt) e la Turchia. Un saluto particolare le è giunto direttamente dal presidente Recep Tayyp Erdogan, che nel 2012 l'aveva ricevuta per premiarla del suo coraggio.

A completare il successo della sua giornata è giunta in serata la notizia della liberazione dello street artist napoletano Jorit Agoch, arrestato ieri assieme ad un altro italiano e a un palestinese dalla Guardia di frontiera israeliana dopo che aveva apportato gli ultimi ritocchi ad un murale di 4 metri disegnato sulla Barriera di sicurezza di Betlemme che la raffigurava con uno stile iper-realistico. 



Per Israele, aveva «imbrattato» il muro. Sempre oggi un'imbarcazione di attivisti filo-palestinesi che puntava verso Gaza è stata bloccata in alto mare dalla Marina israeliana, che poi l'ha trainata nel porto di Ashdod. Di fronte alla folla di giornalisti che l'aspettava nel cortile di casa per una conferenza stampa, Ahed è apparsa disinvolta e sicura del fatto suo. Ha subito chiarito le regole del colloquio precisando che non avrebbe accettato domande da giornalisti israeliani perché ferita da come era stata rappresentata.

E poi ha esordito lanciando un pensiero alle 29 compagne rimaste nel carcere di ha-Sharon, alle quali ha assicurato che non abbandonerà la lotta per garantire la liberazione di migliaia di palestinesi detenuti in Israele. In risposta ad una domanda sui suoi progetti per il futuro, ha replicato che intende dedicarsi a corsi di giurisprudenza «per sottoporre il caso dei prigionieri politici alle corti internazionali». 

Sei anni fa Erdogan aveva sentito le stesse parole da Ahed, ancora bambina. «Se Israele sperava di spezzare il suo spirito con la detenzione - ha detto oggi la sua avvocatessa israeliana Gaby Lusky - ha ottenuto l'effetto opposto. Ahed non si è mai arresa». ​

Da oggi dunque la 17enne riconoscibile per le sue bionde chiome non è più una ragazza qualunque ma diventa il simbolo della determinazione dei palestinesi a portare avanti la lotta popolare contro l'occupazione.
Nel dicembre scorso diversi ministri israeliani avevano giudicato intollerabile che un'adolescente palestinese si permettesse aggressività verso i militari ed avevano auspicato per lei una pena esemplare. Così è stato: Ahed ha scontato appena un mese in meno di Elor Azaria, il soldato che a Hebron uccise un assalitore palestinese che era ferito a terra. Adesso, di fronte alla celebrità internazionale di Ahed Tamimi, Israele si interroga se forse non sarebbe stato meglio allinearsi alla decisione presa sul posto dall'ufficiale e dal soldato schiaffeggiati: ossia di voltarle le spalle e di proseguire per i fatti loro​






 
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