Israele intende «ridurre» la sua presenza diplomatica in Turchia e ha chiesto alle famiglie del suo personale diplomatico di lasciare il paese. Lo ha detto Yigal Palmor, portavoce del ministero degli Esteri dello Stato ebraico, dopo le violente proteste che ci sono state nella notte di fronte all'ambasciata israeliana ad Ankara e al consolato a Istanbul. «Siamo in contratto con le autorità turche - ha detto Palmor - per un coordinamento di sicurezza. La scorsa notte ci sono stati disordini senza precedenti. Non vediamo - ha proseguito - che le autorità turche stanno facendo sforzi per un coordinamento di sicurezza che metta a posto la situazione». Palmor ha anche criticato il premier turco Recep Tayyip Erdogan per aver accusato Israele di «genocidio» a Gaza e di «terrorismo di stato». I rapporti tra Turchia e Israele hanno cominciato a deteriorarsi a maggio 2010, quando i militari dello Stato ebraico hanno attaccato una nave di attivisti diretta a Gaza, uccidendo nove turchi. Negli ultimi mesi erano in corso contatti per la normalizzazione delle relazioni.
Questa notte, alla notizia dell'avvio dell'operazione di terra a Gaza, alcuni manifestanti turchi hanno mandato in frantumi con pietre e bastoni le finestre del consolato israeliano a Istanbul e quelli dell'ambasciata ad Ankara. Alla manifestazione nella capitale erano presenti anche alcuni parlamentari del partito di Erdogan. I manifestanti hanno anche issato la bandiera palestinese sulla residenza dell'ambasciatore israeliano ad Ankara.
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