Isis, allarme radicalismo all'università di Westminster: report choc sull'ateneo dove studiò Jihadi John

Isis, allarme radicalismo all'università di Westminster: report choc sull'ateneo dove studiò Jihadi John
di Federica Macagnone
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Lunedì 21 Settembre 2015, 12:13 - Ultimo aggiornamento: 22 Settembre, 14:44

La Islamic students' society dell'Università di Westminster, dove ha studiato il temuto jihadista Jihadi John, è dominata da integralisti e da fedeli ultraconservatori che si rifiutano, addirittura, di parlare con il personale musulmano femminile: è questo in sintesi il quadro a dir poco preoccupante emerso da un'indagine sull'integrazione tra gli studenti presso l'ateneo.

L'università ha commissionato il rapporto a una società indipendente sulla scia delle preoccupazioni per il dilagante estremismo nel campus, dopo che, lo scorso febbraio, era emerso che il militante britannico dello Stato islamico Mohammed Emwazi era un laureato dell'università: noto come Jihadi John, l'uomo è stato identificato come il jihadista con il volto coperto che è apparso in una serie di inquietanti video dell'Isis.

Purtroppo il risultato del report è a dir poco allarmante: secondo alcune persone intervistate, i membri della Society hanno agito come «apostoli di una fede indipendente, interessati in gran parte a questioni di ortodossia religiosa e a fenomeni percepiti come eretici», mentre è emerso che parecchi reclami sul comportamento della Islamic students' society sarebbero stati ignorati o sottovalutati perché il personale dell'università e il sindacato degli studenti temevano di apparire islamofobici: all'interno del campus è stato tacitamente tollerato un atteggiamento "a volte ostile o intimidatorio" nei confronti delle donne, tacciato come "totalmente inaccettabile".

I membri della Islamic students' society, inoltre, si sarebbero rifiutati di entrare in contatto con il personale musulmano femminile, obbligandolo a chiedere aiuto a colleghi maschi per comunicare con il gruppo.

Un altro dato rilevato ha messo in evidenza che il gruppo non svolge elezioni democratiche ed è gestito da una cerchia di persone selezionate in quanto incarnano la purezza dottrinale.

La relazione, secondo il Guardian, è stata pubblicata più di una settimana fa, ma non è stato pubblicizzata dall'Università ed è stata collocata in maniera poco visibile sul sito, quasi a confermare, in maniera indiretta, un problema vivo e reale all'interno dell'ateneo. Basti pensare che lo sceicco Haitham al-Haddad, predicatore radicale che aveva descritto l'omosessualità come un flagello e un atto criminale, doveva essere ospite dell'Università nei mesi scorsi. L'evento, però, è stato annullato dopo l'identificazione di Jihadi John. Tuttavia, non sarebbe stata la prima volta che al-Haddad si trovava a parlare a una platea di studenti del campus: già nel 2013 era stato invitato e, proprio in quell'occasione, aveva parlato di un futuro in cui l'Islam sarebbe stato dominante. «Una volta che i musulmani saranno diventati una delle superpotenze del mondo, la giustizia prevarrà – aveva detto durante il discorso - Tutti potranno godere dei benefici dell'Islam».

Mughal, che dirige "Faith Matters", organizzazione che si occupa di dialogo interreligioso, prova a smorzare i toni allentando le preoccupazioni circa un possibile dilagare di idee radicali e islamiste.

«Non è un terreno fertile per l'estremismo, ma sicuramente lo è per un punto di vista molto conservatore – ha detto Mughal - La domanda che ci dobbiamo porre, in una società pluralista moderna in cui l'informazione sta cambiando il nostro modo di pensare rapidamente, è in che modo questi studenti siano in grado di relazionarsi nel mondo in cui ci troviamo. Il personale dell'università di Westminster sta facendo il meglio che può, provando a bilanciare le esigenze concorrenti di un'istituzione che ha 20mila studenti di oltre 150 nazionalità. Tuttavia non bisogna nascondere che qualche errore è stato commesso, come quello di invitare a parlare un personaggio che genera divisioni come al-Haddad».

La notizia della relazione choc è rimbalzata sui media britannici proprio nel giorno in cui sono entrate in vigore nuove norme nell'ambito del programma del Ministero diretto a prevenire l'estremismo: è stato richiesto il pugno duro da parte degli istituti di istruzione superiore che sono chiamati a fermare gli estremisti che cercano di radicalizzare gli studenti.