L'Isis minaccia gli Stati Uniti, in un video la decapitazione del reporter James Foley

L'Isis minaccia gli Stati Uniti, in un video la decapitazione del reporter James Foley
4 Minuti di Lettura
Mercoledì 20 Agosto 2014, 10:28 - Ultimo aggiornamento: 21 Agosto, 16:39

La campagna di terrore dell'Isis, il famigerato Stato islamico in Iraq e nel Levante, raggiunge gli Usa: gli jihadisti che hanno preso il controllo di buona parte del territorio iracheno e siriano hanno annunciato ieri sera la decapitazione di un giornalista freelance americano rapito in Siria nel 2012, James Foley, postando in internet un video in cui si vede un terrorista che sembra tagliargli la gola. I terroristi islamici dell'Isis erano già tornati a minacciare gli Stati Uniti. E lo hanno fatto all'occidentale, pubblicando in rete un video in cui inviano un messaggio di morte agli americani, promettendo loro di farli «affogare tutti nel sangue». Obama ha commentanto: «ll mondo è inorridito da questo brutale assassinio».

Il filmato. Nel filmato si vede poi anche un altro giornalista americano, Steven Joel Sotloff, a sua volta rapito in Siria: «La vita di questo cittadino americano, Obama, dipende dalle tue prossime decisioni» minaccia il terrorista.

Si tratta di un filmato, di meno di 5 minuti, dal titolo "Messaggio all'America" in cui compare la scritta: «Obama ha autorizzato operazioni militari contro lo Stato islamico ponendo effettivamente l'America su un piano scivoloso verso un nuovo fronte di guerra contro i musulmani». Poi si vede quando nelle settimane scorse il presidente Obama dalla Casa Banca ha annunciato l'avvio di raid aerei Usa in Iraq.

Casa Bianca: il video è autentico. Nelle immagini successive si vede Foley nel deserto, in ginocchio, con indosso una tuta arancione. Accanto a lui c'è un terrorista, interamente vestito di nero e col volto coperto. Poi si vede Foley che parla contro la guerra in Iraq e «la recente campagna aerea». E ancora, il terrorista che in inglese dice: «Questo è James Foley, un cittadino americano... i vostri attacchi hanno causato perdite e morte tra i musulmani... non combattete più contro una rivolta, noi siamo uno stato, che è stato accettato da un gran numero di musulmani in tutto il mondo. Quindi, ogni aggressione contro di noi è un'aggressione contro i musulmani e ogni tentativo da parte tua, Obama, di attaccarci, provocherà un bagno di sangue tra la tua gente». A quel punto il terrorista mette un lungo coltello alla gola dell'ostaggio, e inizia vigorosamente a tagliare. Nell'immagine successiva si vede il corpo del giornalista riverso per terra, nel sangue, e la sua testa mozzata sulla schiena.

La Casa Bianca giudica autentico il video diffuso ieri sera dallo Stato islamico, che mostra la decapitazione del giornalista americano James Foley. «La comunità dell'intelligence degli Stati Uniti - ha detto la portavoce del Consiglio di sicuerezza nazionale della Casa Bianca, Caitlin Hayden - ha analizzato il video che mostra i cittadini americani James Foley e Steven Sotloff. Siamo arrivati alla conclusione che questo video è autentico, continueremo a fornire aggiornamenti appena saranno disponibili»

Usa inorriditi. «Siamo inorriditi dall'uccisione brutale di un giornalista americano innocente», ha detto la portavoce del Consiglio per la Sicurezza nazionale americana Caitlin Hayden.

James Foley fu rapito il 22 novembre 2012. Fino al giorno prima aveva inviato reportage e video dal nordovest della Siria, teatro di violenti scontri tra ribelli e regime di Damasco. Secondo le ricostruzioni, sarebbe stato prelevato nelle vicinanze di Taftanaz, insieme al suo autista e al suo traduttore, che sono poi stati rilasciati. Reporter di guerra esperto, Foley aveva già coperto i conflitti in Afghanistan e Libia. Nell'aprile 2011 era già stato vittima di un rapimento nell'est della Libia, ad opera di un gruppo di sostenitori del regime di Gheddafi. Con lui erano stati prelevati altri due giornalisti, l'americana Clare Gillis e lo spagnolo Manu Brabo, mentre un quarto, il sudafricano Anton Hammerl, era stato ucciso. I tre avevano passato 44 giorni in prigionia prima di essere liberati. Dopo il suo rapimento, la famiglia Foley ha creato il sito web www.freejamesfoley.com per chiedere il suo rilascio e sensibilizzare l'opinione pubblica. Quel sito, in cui sono pubblicate molte notizie del giornalista, è stato rapidamente inondato di messaggi di cordoglio, diffusi via Twitter da tutto il mondo.

La madre di James Foley: orgogliosi di lui. «Non siamo mai stati così orgogliosi di nostro figlio. Ha dato la sua vita cercando di rivelare al mondo la sofferenza del popolo siriano - ha scritto Diane Foley, madre di James, in un messaggio postato sulla pagina Facebook intitolata "Free James Foley" - Supplichiamo i rapitori di risparmiare la vita degli altri ostaggi. Sono innocenti, come lo era Jim. Non hanno controllo della politica del governo americano in Iraq, Siria o in altri parti del mondo. Ringraziamo Jim per tutta la gioia che ci ha dato. E' stato uno straordinario flglio, fratello, giornalista e persona. Per favore, rispettate la nostra privacy nei prossimi giorni, mentre piangiamo per Jim».

© RIPRODUZIONE RISERVATA