Isis, studente arrestato in Egitto perchè legge “1984” di George Orwell

La copertina di 1984
di Giulia Aubry
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Lunedì 10 Novembre 2014, 18:38 - Ultimo aggiornamento: 20:05
Come possono convivere lo Stato Islamico e il Grande Fratello? Verrebbe voglia di chiederlo allo studente universitario egiziano di 21 anni arrestato domenica scorsa al Cairo poiché in possesso di una copia di "1984", il libro di George Orwell considerato il capolavoro della narrazione fantapolitica antitotalitaria.



In quello che sembra più un capitolo di un altro capolavoro del genere - Fahrenheit 451 di Ray Bradbury in cui si proclama il "reato di lettura", con conseguente rogo di ogni pubblicazione disponibile - si colloca quasi incidentalmente il fatto che, a seguito del sequestro del libro, la polizia egiziana abbia rinvenuto nell'appartamento del giovane anche due cellulari, due USB e un hard disk oltre ad alcune non meglio identificate "carte" che spiegano come "il Califfato Islamico possa essere realizzato in Egitto".

A riportare la notizia è il sito dell'emittente televisiva degli Emirati Arabi Uniti, Al Arabiya, che la riprende dal quotidiano egiziano in lingua araba Al-Masry Al-Youm.

Una notizia apparentemente come tante altre. L'ennesimo giovane studente universitario ipertecnologico (a valutare dalla quantità di supporti elettronici confiscatigli) affascinato dalla retorica dello Stato Islamico e che valuta la possibilità (o meno) di aderire alla lotta armata. Una notizia come tante altre se quest'ultimo fosse il motivo principale del suo arresto. Ma che diventa paradossale se gli si associa il possesso di un libro rivoluzionario e "moderno" (nonostante sia stato scritto nel 1948) come quello di Orwell. Da una parte un governo, come quello egiziano, che avversa lo Stato Islamico ma che non tollera (o almeno così appare dagli eventi) la lettura di un testo anti-totalitario come 1984. Dall'altra un ragazzo che studia all'università, legge Orwell ma immagina come si potrebbe realizzare il Califfato islamico anche nel suo paese.

Ciò che un tempo sarebbe apparso incoerente oggi assume una sorta di "normalità". In un mondo in cui si predica la tradizione del califfato sui social media, si combattono gli estremismi con i colpi di stato, si vuole distruggere l'infedele brandendo un capolavoro della letteratura britannica, ciò che emerge è soprattutto una confusione di obiettivi, una crisi di valori, una gioventù alla ricerca di un'identità. Una situazione che, visto quanto accade ogni giorno e in ogni parte del mondo, sembra destinata ad aumentare e generare nuove forme di instabilità sociale.

E pensare che da noi al massimo George Orwell è considerato l'autore di un reality televisivo come "Il Grande Fratello". In altri tempi (molto prima della caduta del Muro di Berlino di cui ricorre il 25esimo anniversario) qualcuno avrebbe detto "grande è la confusione sopra e sotto il cielo"