Isis, il piano di Google per fermare il reclutamento dei jihadisti

Isis, il piano di Google per fermare il reclutamento dei jihadisti
2 Minuti di Lettura
Lunedì 12 Settembre 2016, 17:43 - Ultimo aggiornamento: 13 Settembre, 11:35
C'è un piano di Google per dissuadere l'espansione e il reclutamento dell'Isis, a partire dal web. Si chiama Redirect Method ed è un programma messo a punto da Jigsaw, l'incubatore tecnologico di proprietà della società californiana. Utilizza una forma di pubblicità mirata attraverso YouTube, per indirizzare le aspiranti reclute a contenuti che li allontanino dall'ideologia jihadista. «L'idea è venuta dopo l'osservazione di tutto il materiale del Califfato che circola online», spiega Yasmin Green, responsabile della ricerca e dello sviluppo di Jigsaw che è stata colpita dalla testimonianza di una ragazza di 13 anni londinese che stava abbandonando la sua famiglia per lo Stato Islamico. «Mi ha detto che guardava delle foto online e le è sembrato di andare incontro ad una sorta di Disneyworld islamica - aggiunge -. Nessuno di noi ha mai pensato questo dopo avere visto i media, ma era quello che invece pensava un adolescente».

Da qui, l'idea di questo programma: punta ad una sorta di 'reindirizzamentò online e ad una controinformazione mirata per quelle persone più deboli e vulnerabili alla propaganda dell'Isis. In pratica, il software piazza dei messaggi pubblicitari accanto ai risultati di ricerca e alle parole chiave che vengono inserite online più frequentemente dalle persone attratte dal Califfato. Questi annunci, in arabo e in inglese, portano a video su YouTube preesistenti che Jigsaw crede possano annullare il «lavaggio del cervello» subito dai soggetti più influenzabili in Rete: testimonianze di ex estremisti o imam che denunciano la corruzione dell'Islam operata dallo Stato islamico.

Un progetto pilota del programma Redirect Method è stato portato avanti a inizio del 2016: nel corso di due mesi, più di 300mila persone sono state "condotte" ad un'informazione anti-Isis.
Secondo le stime dei ricercatori, gli utenti hanno cliccato su questi contenuti fino a quattro volte di più delle classiche campagne pubblicitarie. E questo mese Jigsaw prova a rilanciare una seconda fase del progetto, concentrandosi prevalentemente negli Stati Uniti e applicando il metodo anche ai messaggi razzisti. Google e YouTube non sono gli unici big della tecnologia a contrastare online i contenuti jihadisti. A metà agosto Twitter ha reso noto di aver chiuso in due anni 360mila profili che in qualche modo erano collegati al terrorismo.
© RIPRODUZIONE RISERVATA