La Libia è «senza dubbio il nuovo pericolo per l'Europa». Rita Katz, direttrice del Site, il gruppo che monitora il radicalismo islamico sul web, non ha dubbi sulla situazione attuale nel Paese nordafricano e lancia l'allarme su una realtà molto diversa da quella anche di un anno fa. Ospite della Conferenza internazionale di Herzliya sulla lotta al terrorismo - un think-tank che ogni anno anno chiama a raccolta gli esperti mondiali del settore - Katz ha accettato di rispondere alle domande dell'Ansa.
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«L'anno scorso - ha spiegato - l'Isis non esisteva in Libia, aveva zero operazioni suicide. Quest'anno ce ne sono già state una dozzina in tutto il paese: non in uno o due posti ma ovunque. E questo significa che probabilmente alcuni dei combattenti sono stati in grado di tornare da Iraq e Siria. E li abbiamo visti muoversi attraverso l'Africa settentrionale e stabilizzarsi in quell'area».
Many thanks to @ICT_org for the opportunity to join a fantastic panel at the World Summit on Counter-Terrorism #ICT18 - the future depends on us, we can break the terrorism cycle by working together to cut off terrorist media & comms used to radicalize, incite & recruit. pic.twitter.com/k8aum1bpud
— Rita Katz (@Rita_Katz) 4 settembre 2018
Per questo Katz non esita a mettere in risalto il pericolo, ricordando inoltre che in generale «i media dell'organizzazione riflettono la situazione sul campo e ciò che può avvenire in futuro». «La maggior parte degli attacchi portati a termine dall'Isis o da altri gruppi nella regione, come in Tunisia dall'Aqim (acronimo di 'Al Qaeda in the Islamic Maghreb') - ha insistito - sono stati diretti o indirizzati a strutture occidentali. Che siano compagnie petrolifere o di investimenti, qualunque cosa che sia un nemico legittimo e giustificato e che non riguardi musulmani».
«In questo momento - ha continuato Katz rispondendo ad una domanda sull'ultimo messaggio attribuito ad al-Baghdadi - gli appelli per attacchi all'Occidente, che sia l'Italia o Francia, sono molto evocati dall' Isis. Specialmente ora che l'Italia è parte della coalizione di guerra contro le organizzazioni terroristiche». Sull'Italia in particolare la direttrice del Site ricorda che «i canali dell' Isis forniscono costantemente traduzioni in italiano e che l'organizzazione ha membri italiani. Le minacce per l'Italia sono identiche e forse anche superiori a quelle verso qualunque altro Paese europeo. Non dimentichiamoci che le loro pubblicazioni e i loro messaggi parlano sempre dell'Italia sottolineando che "Roma è il nostro occhio". In quasi in tutti i messaggi precedenti dei leader di Al Qaida e Isis, Roma è stata menzionata».
«Detto questo - ha aggiunto - non significa che dovete alzare il livello di allerta ed essere pronti ad un attacco.