La Giordania «ha distrutto il 20% delle capacità militari dell'Isis» con i 3 giorni di raid di rappresaglia che hanno colpito «56 obiettivi». Lo annuncia l'esercito di Amman in un comunicato. Dopo aver colpito i centri di coordinamento il primo giorno, poi armi e depositi, il terzo «abbiamo colpito i militanti, dove mangiavano e dormivano».
La Giordania ha fatto sapere, tramite il comandante delle sue Forze aeree, Mansour Jbour, che continuerà la sua offensiva contro l'Isis finchè il gruppo «non sarà annientato». «Continueremo i raid, ma in linea con i nostri piani operativi», ha aggiunto il militare in una conferenza stampa ad Amman, senza elaborare.
Il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, intervistato a In Mezz'ora su Raitre, ha detto che «Non ci possiamo permettere un bagno di sangue a Mosul, e l'offensiva, sacrosanta, per riconquistare la città deve partire quando sarà matura e potrà essere non solo un'operazione militare ma anche politica. L'Isis si è espanso non solo per ragioni militari» ma anche come «reazione al governo di Baghdad che aveva escluso i non sciiti». Un bagno di sangue «avrebbe un effetto molto pericoloso» per le comunità sunnite.
Famiglia ostaggio Usa non voleva blitz teste di cuoio. Intanto i genitori della cooperante americana Kayla Mueller erano contrari ad un blitz delle forze speciali Usa per liberare la loro figlia tenuta in ostaggio dai miliziani dell'Isis in Siria, e sostenevano invece l'opportunità di un negoziato. La famiglia Mueller riteneva che tentare un'operazione militare sarebbe stato «troppo rischioso» e pertanto i piani per localizzare Kayla sono stati archiviati prima che potessero arrivare sulla scrivania del presidente Barack Obama per un'eventuale autorizzazione, ha detto a Foreign Policy una fonte militare informata sulle discussioni.
Venerdì scorso l'Isis ha affermato che Kayla Mueller è rimasta uccisa in un bombardamento dell'aviazione giordana in Siria. Non ne ha però mostrato il corpo, e la famiglia ha dal canto suo affermato di essere ovviamente «molto preoccupata», ma allo stesso tempo si è detta «fiduciosa che Kayla sia viva», e si è rivolta direttamente ai rapitori chiedendo di essere contattata «in privato».
Profilo Abbonamenti Interessi e notifiche Newsletter Utilità Contattaci
Logout