Il video, girato in Iraq in un paese lungo il fiume Tigri, inizia con un uomo in tradizionali abiti arabi che legge le accuse che hanno indotto i jihadisti alla brutale punizione. Poco dopo viene mostrato un gruppo di terroristi che si affolla intorno a un ragazzo. Il suo viso non viene mostrato, la testa è china per la paura, in primo piano la mano imprigionata all'interno di una morsa in attesa di essere amputata.
Prima che la ghigliottina fenda la carne, la vittima nasconde la faccia dietro a un braccio. Poi la lama scende e stacca la mano, che viene abbandonata sul tavolo. I jihadisti, a quel punto, si affrettano con bende e lacci emostatici per arginare il flusso di sangue che sembra inarrestabile.
Come in gran parte delle punizioni, ad assistere c'è una folla di uomini e bambini che si spingono per aggiudicarsi un posto in prima fila allo "spettacolo". Uno dei più piccoli presenti all'esecuzioni ha sei anni e indossa una maglia di calcio del Barcellona: un assaggio di influenza moderna che si staglia nitido su una scena di sapore medievale.
Il filmato raccapricciante è stato rilasciato da Wilayat Diglah, una branca dello Stato islamico che opera lungo il fiume Tigri. La sequenza porta il marchio dell'Isis: una piccola bandiera nera che sventola al vento, l'immancabile firma sull'orrore.