Isis, nuova esecuzione in Iraq: jihadisti gettano da un palazzo uomo accusato di omosessualità

Isis, nuova esecuzione in Iraq: jihadisti gettano da un palazzo uomo accusato di omosessualità
di Federica Macagnone
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Lunedì 18 Gennaio 2016, 13:29 - Ultimo aggiornamento: 19 Gennaio, 12:44

Ancora orrore e morte nello Stato Islamico: questa volta nel mirino del gruppo terroristico è finito un omosessuale, ucciso dai jihadisti che lo hanno lanciato da un palazzo facendo sfracellare al suolo nella provincia di al-Furat, in Iraq.
 




L'omosessualità è inaccettabile tra i terroristi, che continuano ad affermare di essere gli unici ad applicare in maniera autentica la vera Sharia: per queste ragioni la vittima è stata arrestata ed è stata giudicata colpevole di essere gay nel corso di un finto processo che si è svolto in un tribunale islamico.
L'uomo è stato successivamente bendato e, con le mani legate, è stato guidato sulle scale fino al tetto del palazzo: una volta lì, i jihadisti hanno messo in atto il loro progetto di morte. Hanno spinto giù il condannato che, dopo un volo di qualche metro, si è schiantato a terra. Come nella peggiore tradizione di queste esecuzioni, ad assistere alla morte in diretta in strada c'erano un manipolo di combattenti e un gruppo di civili che si sono aggiudicati un posto in prima fila. L'uccisione è stata immortalata dai jihadisti che, successivamente, hanno pubblicato le immagini on line.

L'Isis è ben noto per la mancanza di diritti umani, con le conseguenti esecuzioni pubbliche per apostasia o per violazione delle norme del “codice penale” imposto dai jihadisti sui territori da loro occupati. Le violenze, tuttavia, si sono inasprite in seguito agli attacchi aerei statunitensi iniziati il 30 settembre 2015: da quel momento lo Stato islamico, diventato sempre più paranoico per paura di infiltrati che potessero far trapelare informazioni, ha intensificato le esecuzioni. Recentemente l'Isis ha pubblicato on line un video che mostra l'uccisione di cinque combattenti accusati di spionaggio: come nella tradizione dei messaggi del terrore, prima che i prigionieri venissero ammazzati, un jihadista in primo piano ha minacciato l'Occidente.

 

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