Ragazzino frustato 60 volte in piazza: si era riferito all'Isis con il nome Daesh

Ragazzino frustato 60 volte in piazza: si era riferito all'Isis con il nome Daesh
di Federica Macagnone
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Venerdì 13 Febbraio 2015, 14:37 - Ultimo aggiornamento: 16:56

Trascinato in piazza e frustato solo per aver chiamato lo Stato Islamico con l'odiato acronimo Daesh: questa volta a subire la barbarie dei miliziani è un ragazzino, poco più che un bambino, punito per aver aperto bocca e aver offeso l'Isis.

Sotto gli occhi di decine di persone riunite in piazza ad Anbar, in Iraq, la vittima è stata costretta a mettersi in ginocchio e a sopportare 60 frustate sulla schiena come castigo per il suo crimine: il ragazzino si era riferito al gruppo terroristico con il nome Daesh, un acronimo per lo Stato Islamico dell'Iraq e della Siria (al-Dawla Al-Islamiya al-Iraq al-Sham). Il termine è usato dai nemici dell'Isis e ha sfumature negative: il suono della parola è simile ad altri lemmi arabi che indicano “qualcuno che schiaccia con i piedi qualcosa” e “chi semina discordia”.

Il video della barbara punizione è stato postato su Facebook martedì ed è stato visto migliaia di volte: le immagini del “giustiziere” impassibile che colpisce sono accompagnate dal pianto del ragazzino che implora pietà, senza riceverla.

Negli ultimi mesi l'Isis ha pubblicato in Rete una serie di immagini scioccanti in cui si mostrano le punizioni brutali inferte a coloro che infrangono “le regole”.

All'inizio di questa settimana, a Raqqa, in Siria, i miliziani hanno decapitato un uomo in una pubblica piazza con l'accusa di praticare stregoneria. E la lista dell'orrore si rimpolpa quotidianamente: è di oggi la notizia che ventuno cristiani egiziani, rapiti intorno a Capodanno in Libia, sono stati sgozzati.

Secondo l'Osservatorio siriano per i diritti umani con sede nel Regno Unito, negli ultimi due mesi , l'Isis ha ucciso anche 120 dei suoi membri, la maggior parte dei quali erano combattenti stranieri che cercavano di tornare a casa.