Isis, 20enne britannico si arruola con i curdi contro l'Isis e si uccide per non finire nelle mani dei jihadisti

Isis, 20enne britannico si arruola con i curdi contro l'Isis e si uccide per non finire nelle mani dei jihadisti
di Federica Macagnone
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Giovedì 2 Febbraio 2017, 14:57 - Ultimo aggiornamento: 3 Febbraio, 16:38
Alla sua famiglia aveva raccontato che stava partendo per una vacanza in Turchia. Ma Ryan Lock, chef 20enne di Chichester, aveva altri piani per la sua vita: si era lasciato alle spalle gli affetti per scendere in campo tra le fila dell'YPG, le forze curde che combattono nel nord della Siria contro l'Isis. Nemmeno in battaglia aveva perso il sorriso che lo accompagnava nelle grigie giornate nella sua Gran Bretagna. Adesso di lui rimane quella foto su Facebook in cui mostra tutta la sua felicità di stare al mondo: Ryan è morto in battaglia, ma secondo le ultime notizie ha preferito uccidersi che consegnarsi nelle mani dei jihadisti che lo avrebbero fatto diventare il protagonista di uno di quei video dell'orrore che circolano in rete. 

Ryan era partito dall'Inghilterra ad agosto. Aveva raccontato ai genitori che andava in vacanza, ma una volta vestiti i panni da soldato aveva chiesto scusa alla sua famiglia per quella bugia. Lui voleva solo combattere il nemico per sconfiggerlo. Aveva assunto il nome di battaglia di “Berxwedan Givara”, che in curdo vuole dire “Resistenza Guevara”, e dopo dieci giorni di addestramento era andato in battaglia. Il 24 novembre era rimasto ferito ad Arima durante un attacco aereo di alcuni jet curdi. Aveva visto morire i tredici suoi compagni, compresi gli amici Anton Leschek e Michael Israel, un tedesco e un americano, e su Internet aveva pubblicato le foto del suo volto insanguinato: era ferito, ma con il sollievo di essere ancora vivo. L'epilogo è arrivato un mese dopo, quando il suo plotone si è ritrovato a combattere contro gli uomini del Califfato: il 21 dicembre lui e altri quattro combattenti curdi sono finiti nella trappola del nemico nel villaggio di Jaba, vicino a Raqqa, la roccaforte dello Stato Islamico. La notizia della sua morte è arrivata a gennaio. Il suo corpo è rimasto per settimane nelle mani dei jihadisti. «Ucciso dai terroristi» è stato un primo responso, smentito dall'autopsia fatta sul corpo di Ryan dai curdi che hanno trovato il segno di un proiettile sotto il mento del ragazzo. Un segno che vuol dire una sola cosa: Berxwedan Givara ha preferito uccidersi che essere torturato e ucciso dai jihadisti che lo avrebbero fatto diventare il protagonista di qualche video dell'orrore. «Non ci sono parole per descrivere il coraggio necessario per compiere questa azione - ha detto l'attivista curdo Mark Campbell - L'Isis è stata privata di una prevedibile opportunità di propaganda macabra grazie al gesto di Ryan. Personalmente credo che si meriti i più alti onori militari per il valore dimostrato davanti a un nemico così barbaro».

Ryan è il terzo civile britannico a morire nelle fila del YPG. Il suo corpo è pronto per essere riportato a casa dai suoi genitori che hanno ringraziato i combattenti per aver permesso il ritorno del figlio nella sua Inghilterra. Adesso di quel ragazzo sempre con il sorriso rimangono quelle foto vestito da combattente e quello straziante messaggio alla famiglia: «Sto andando a Rojava. Ho mentito sul mio viaggio in Turchia. Mi dispiace non averlo detto a nessuno. Vi amo tutti, sarò lì tra sei mesi».
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