Isis, appello ai "lupi solitari": «Attaccate le scuole straniere»

Isis, appello ai "lupi solitari": «Attaccate le scuole straniere»
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Martedì 28 Ottobre 2014, 16:13 - Ultimo aggiornamento: 29 Ottobre, 11:45

Mentre l'Isis invita ad attaccare le scuole straniere nei paesi musulmani, sale la paura che l'Isis sia effettivamente in possesso di missili terra-aria in grado di colpire aerei di linea.

L'appello L'Isis ha lanciato un appello ai 'lupi solitari' a colpire gli insegnanti americani e stranieri delle scuole internazionali nei Paesi musulmani. Lo riferisce il Site, il sito di monitoraggio dell'estremismo islamico sul web. L'obiettivo è quello di «costringere i diplomatici stranieri» a lasciare i Paesi musulmani. L'ambasciata americana in Egitto ha messo in guardia i proprio connazionali, in particolare studenti e insegnanti.

Incubo dei missili Si fa concreto l'incubo di un Isis in grado di colpire anche bersagli nei cieli, dopo che un missile lanciato in Iraq ha abbattuto un elicottero d'attacco dell'esercito di Baghdad uccidendo tutto il suo equipaggio.

L'episodio è avvenuto a Baiji, 210 chilometri a nord della capitale, secondo quanto scrive il quotidiano arabo Assharq Al Awsat pubblicato a Londra, sottolineando che il fatto dimostra la capacità dell'Isis di usare missili terra-aria evoluti: un seria minaccia per la sicurezza dei voli civili. A mano a mano che la guerra della coalizione a guida Usa contro l'Isis s'intensifica, alcuni funzionari americani temono, stando al quotidiano, che presto possano spuntare nuove prove di questa capacità. Prove che rischiano di avere «ripercussioni molto rischiose». «Sulla base delle esperienze precedenti, i missili potrebbero cambiare l'equilibrio del conflitto nella zona», osserva un militare Usa coperto dall'anonimato. Sullo sfondo di queste preoccupazioni, le autorità irachene hanno intanto annunciato un rafforzamento dei dispositivi di sicurezza dei loro aeroporti e specialmente dello scalo internazionale di Baghdad.

Bombe Usa in Siria Nuova ondata di attacchi delle forze Usa contro l'Isis in Siria, nei pressi della città di Kobane, dove in quattro raid diversi tra ieri e oggi i caccia americani hanno distrutto quattro postazioni di combattimento e una piccola unità dei jihadisti. Lo riferisce il Comando centrale Usa (Centcom), aggiungendo che allo stesso tempo, le forze americane e dei Paesi alleati hanno condotto anche nove raid aerei anti-Isis in Iraq, nei pressi di Falluja, della diga di Mosul, di Sinjar, di Haditha e ad Ovest di Baghdad. Sono «150 i combattenti curdi» che arriveranno a Kobane per aiutare i combattenti locali nella battaglia contro l'Isis. Lo afferma il ministro degli Esteri turco citato dall'agenzia ufficiale Anadolu. Ufficiali curdi riferiscono che il contingente è già partito dalla base di Erbil.

Armi chimiche Nella battaglia per la conquista della città curda di Kobane, nel Nord della Siria, i jihadisti dell'Isis potrebbero aver usato qualche tipo di arma chimica, secondo quanto hanno affermato testimoni e uno dei pochi medici ancora rimasti sul posto, citati da fonti di stampa. «Dopo una potente esplosione (martedì scorso), abbiamo ricevuto pazienti con sintomi anormali. Hanno riferito di aver percepito un cattivo odore e hanno avuto qualche tipo di reazione allergica», ha detto il dottor Walat Omar citato dal Guardian, aggiungendo di aver riscontrato sui pazienti vesciche, occhi infiammati e difficoltà respiratorie.

Sono circa venti i pazienti che dopo quella esplosione sono stati ricoverati con sintomi del genere, ha affermato un dirigente curdo di nome Idris Nassan, citato da Nbc News. «Sembra che possa essere stato un attacco con qualche tipo di veleno, forse fosforo o qualcosa del genere», ha affermato, aggiungendo che è in corso una indagine per cercare di stabilire con maggiore precisione di cosa si sia trattato. Alcune foto di presunti pazienti con evidenti reazioni cutanee sono state diffuse anche via internet. Si tratta di affermazioni che seguono analoghe accuse emerse dopo un attacco dell'Isis contro il villaggio di Avdiko, ad Est di Kobane, del 12 luglio, e ancora della fine del mese scorso, quando secondo un generale iracheno i jihadisti avrebbero usato bombe al cloro almeno in tre diverse occasioni contro i soldati iracheni.

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