Isis, l'appello della Francia ai giganti del web: «Fermate la propaganda jihadista»

Isis, l'appello della Francia ai giganti del web: «Fermate la propaganda jihadista»
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Sabato 21 Febbraio 2015, 22:35 - Ultimo aggiornamento: 22:36
I big di internet devono collaborare di più nella lotta alla propaganda jihadista. Lavorare fianco a fianco con gli investigatori che sono sulle tracce di reclutatori di 'foreign fighter' e di predicatori d'odio. E fermare la circolazione delle immagini sempre più crudeli con cui gli estremisti islamici inondano la rete.



È un pò un appello e un pò un monito quello che il ministro dell'interno francese, Bernard Cazeneuve, ha rivolto ai vertici di Google, Facebook e Twitter. È venuto fin nella Silicon Valley per incontrali, e per chiedere un maggiore impegno sia sul fronte delle indagini antiterrorismo sia su quello della rimozione di video e immagini postate dagli estremisti.



Una richiesta quella di Cazeneuve che arriva dopo le parole pronunciate la scorsa settimana da Barack Obama, che incontrando i ministri degli interni di molti Paesi ha esortato tutti a una lotta senza quartiere alla sofisticata macchina della propaganda dell'Isis o di altri gruppi violenti. Un'azione di contrasto sul web che per il presidente americano è altrettanto importante di quella militare, dei raid aerei compiuti su Siria e Iraq.



E il ministro francese è stato netto sulle responsabilità che i giganti di internet devono assumersi: «Nel corso delle indagini - ha detto a chiare lettere ai rappresentanti di Google, Facebook e Twitter - non vogliamo passare attraverso i soliti canali governativi, che possono prendere molto tempo. Mentre invece è importante avere una piena cooperazione e una reazione rapida». Dunque, nessuno o pochi ostacoli a chi indaga, a cui deve essere anche dato accesso a tutte le informazioni utili alle indagini. Comprese quelle sugli attacchi di gennaio a Parigi al settimanale Charlie Hèbdo e al supermercato kosher. Quella del ministro francese è in pratica la stessa richiesta che la comunità della Silicon Valley ha di recente ascoltato da Obama, che si appresta a varare tra mille polemiche un provvedimento che - tra le altre cose - limiterebbe la possibilità per le grandi aziende hi-tech (anche la Apple) di usare sistemi criptati che rendono pc, smartphone e tablet inaccessibili alle forze dell'ordine o agli 007. Il tutto in nome della privacy.



Ma i big del web - già scottati dallo scandalo del Datagate - frenano sulle richieste sempre più pressanti da parte dei governi occidentali.
I portavoce di Twitter e Facebook rispondendo alle parole del ministro francese hanno sottolineato come le due società fanno già tutto il possibile per censurare il materiale che potrebbe incitare alla violenza, senza però sbilanciarsi sull'intenzione o meno di 'aprirsì maggiormente alla cooperazione con gli investigatori di Parigi o delle altre capitali in lotta col terrorismo.
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