Isis minaccia la coalizione guidata da Obama: «Sarà guerra contro Europa e cristiani. ​I combattenti preparino le cinture esplosive»

Militanti Isis con un prigioniero curdo a Mosul
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Sabato 13 Settembre 2014, 12:54 - Ultimo aggiornamento: 17:44

L'Isis minaccia i Paesi della coalizione voluta da Obama e annuncia la guerra contro l'Europa e i cristiani in Siria. I proclami dello Stato islamico sono stati resi noti in due video pubblicati su Youtube e rilanciati dai media egiziani. Si fa appello ai combattenti perché si preparino e indossino le cinture esplosive.

In un primo video, pubblicato due giorni fa, e la cui autenticità non è verificabile, si afferma che «lo Stato islamico resisterà nonostante i vostri complotti, le armi che preparate e le munizioni che avete immagazzinato». Poi l'appello ai combattenti: «Individuate i vostri obiettivi, preparate le autobomba, le cariche e le cinture esplosive per colpire duramente e uccidere (fracassare le teste, ndr)». La sequenza mostra le immagini di Barack Obama, del re saudita Abdullah, del premier britannico David Cameron, del segretario di Stato Usa, John Kerry - oggi in visita proprio al Cairo - e di una riunione che si afferma essere quella di Gedda di tre giorni fa. Un altro video, che però al momento risulta offline, profetizza la «guerra contro l'Europa e i cristiani in terra di Siria». In questo caso, una bandiera di al Qaida avvolge quelle di Israele, Usa, Gran Bretagna, Arabia Saudita e Germania. Infine, al Arabiya rilancia altre minacce, questa volta provenienti da un presunto account dell'Isis su Twitter, dirette all'Egitto: «Preparatevi a una sorpresa presto», è il messaggio, abbinato a un appello all'unità d'azione tra Fratelli musulmani egiziani e lo Stato islamico.

Il segretario di Stato americano John Kerry è atterrato in Egitto, ultima tappa della sua missione per formare un'ampia coalizione internazionale per combattere in Iraq e Siria contro gli jihadisti dello Stato Islamico. «Non c'è posto per l'Isis nel mondo moderno, e per sconfiggere lo Stato islamico serve una coalizione internazionale solida», ha detto il segretario di Stato Usa, in conferenza stampa congiunta con il collega egiziano Sameh Shoukry al Cairo. «Abbiamo fornito all'Egitto 8 elicotteri per contribuire alla lotta all'Isis, in tutta la regione» ha spiegato Kerry, aggiungendo che «il diavolo non conosce frontiere».

La fornitura di elicotteri Apache è stata al centro di un lungo braccio di ferro tra Washington e Il Cairo. Dopo lo stop deciso a seguito delle violenze nel Paese, Kerry settimane fa aveva rinnovato l'impegno Usa senza però indicare tempi certi, e creando non pochi malumori in casa egiziana. Kerry ha poi lanciato un nuovo appello per un cessate il fuoco in Libia, sottolineando «gli sforzi del Cairo nel sostegno al Parlamento» eletto. Si tratta del primo sostegno ufficiale americano al «piano Sisi» per la stabilizzazione della Libia e lo «sradicamento» dei qaedisti nel Paese. Alla coalizione hanno al momento aderito 10 paesi arabi: Egitto, Iraq, Giordania, Libano, Bahrain, Kuwait, Oman, Qatar, Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti.

Militari scomparsi. Dodicimila soldati dell'esercito iracheno risultano dispersi in seguito all'offensiva lanciata a giugno nel nord del Paese dall'Isis. Lo rende noto il comitato per la sicurezza della provincia di Salahuddin, secondo cui è probabile che molti di loro siano caduti nelle mani dei jihadisti. Il comitato non fa alcuna stima sui disertori.

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