Iran, dalle urne spinta alle riforme, finisce il dominio dei conservatori

Iran, dalle urne spinta alle riforme, finisce il dominio dei conservatori
di Siavush Randjbar-Daemi
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Domenica 28 Febbraio 2016, 09:48 - Ultimo aggiornamento: 10:22

L'elettorato iraniano ha posto fine al decennale predominio conservatore sul Parlamento. I primi dati parziali che giungono dal conteggio dei voto di venerdì per il rinnovo del ramo legislativo e dell'Assemblea degli esperti indicano un'affermazione dell'alleanza tra candidati riformisti e conservatori moderati sostenitori di Hassan Rohani. Per la prima volta dal 2004, il Parlamento di Teheran avrà quindi una sostanziale compagine di figure esterne alle principali associazioni della destra più zelante, che ne avevano sinora mantenuto il controllo. Decine di candidati allineati alla Lista Omid, o "Speranza", legata a Rohani, hanno superato lo sbarramento del 25%, entrando così in Parlamento al primo turno. Diversi altri andranno invece al ballottaggio, in programma alla fine di marzo.

I PIÙ VOTATI
La contesa più combattuta e politicamente influente, quella della circoscrizione della capitale Teheran, sta andando verso una chiara affermazione dei riformisti per la prima volta dalle elezioni del 2000 con addirittura 29 dei 30 seggi in palio. Il capogruppo della Omid, l'ex vicepresidente Mohammad Reza Aref, è in testa con quasi 600 mila preferenze su un milione e 300 mila schede contate. A seguire vi sono Ali Motahhari, conservatore fuori dagli schemi che si è battuto senza sosta a favore dei leader imprigionati dell'Onda verde, e Alireza Mahjoub, tra i pochi riformisti ad aver fatto parte della precedente legislatura. Tra le donne spiccano la riformista veterana Soheila Jeludarzadeh, quarta con oltre 462.000 consensi, e le altre cinque candidate dell'Omid, che potrebbero tutte venir elette al primo turno. Il capofila dei conservatori, l'ex presidente del Parlamento Gholam Ali Haddad Adel, è attualmente settimo, a oltre 200.000 preferenza di distanza da Aref.

IL CONCLAVE
Nelle elezioni per l'Assemblea, il "conclave" clericale che vigila e sceglie la Guida suprema, la contesa nella capitale iraniana ha evidenziato il successo dei due leader di punta dello schieramento moderato. L'ex presidente Akbar Hashemi Rafsanjani ha ottenuto la prima posizione con oltre 692.000 voti, seguito da Rohani a quota 650.000. Il più accorato avversario dei due, l'ayatollah oltranzista Mesbah Yazdi, considerato il padre spirituale di falchi come Mahmoud Ahmadinejad, potrebbe diventare lo sconfitto eccellente di questa tornata. I dati della circoscrizione di Teheran hanno innescato un piccolo giallo. Mentre in un primo momento le agenzie di stampa filo-statali annunciavano la lista finale degli eletti, con al sedicesimo e ultimo posto un riformista, il ministero dell'Interno si è affrettato a notare che i risultati non sono ancora definitivi, alimentando così la possibilità che Mesbah possa rientrare nel novero degli eletti. L'assenza di Mesbah spianerebbe la strada a Rafsanjani, che potrebbe tornare alla carica importante di presidente dell'Assemblea, da cui fu spodestato dagli oltranzisti nel 2011.

L'AFFLUENZA
La giornata di ieri era iniziata all'insegna dell'ottimismo dei riformisti in seguito alla conferma dell'alta affluenza, stimata oltre il 60%.

I dati di Teheran, giunti in serata, sembrano confermare l'effetto positivo dell'affluenza sullo schieramento riformista che in queste ore sta assaporando una riconquista almeno parziale del Parlamento dopo tre legislature di quasi-monopolio conservatore.