Iran, condannato per spionaggio corrispondente del Washington Post. Il direttore: «Un'ingiustizia»

Iran, condannato per spionaggio corrispondente del Washington Post. Il direttore: «Un'ingiustizia»
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Lunedì 12 Ottobre 2015, 16:30 - Ultimo aggiornamento: 13 Ottobre, 14:45
E' stato condannato a Teheran Jason Rezaian, corrispondente del Washington post a Teheran accusato di spionaggio e arrestato il 22 luglio dello scorso anno.



Il portavoce della magistratura iraniana, Gholam Hossein Mohseni Ejei, ha rivelato che Rezaian è stato giudicato colpevole, senza precisare l'entità della pena. Secondo il portavoce, la sentenza contro il giornalista può essere appellata entro 20 giorni.



Un'«oltraggiosa ingiustizia» secondo il direttore del Washington Post, Martin Baron. «L'Iran si è comportato in modo immorale in questa vicenda, ma ancora di più con questa decisione indifendibile di un tribunale della rivoluzione che ha condannato un giornalista innocente per dei reati gravi dopo un processo che si è svolto in segreto, con nessuna prova di alcun tipo di crimine», ha dichiarato Baron.



«Stiamo lavorando con la famiglia di Jason e il consulente legale iraniano per presentare immediatamente appello - ha aggiunto il direttore del Washington Post - Ci aspettiamo che anche l'avvocato di Jason, Leila Ahsan, richieda che venga rilasciato su cauzione in attesa di una decisione finale sul caso. La fine oltraggiosa di questo 'processo giudiziario' impone ai leader iraniani di correggere questo grave errore. Jason è una vittima. È stato arrestato senza un motivo, tenuto per mesi in isolamento, senza accesso a un avvocato, sottoposto a maltrattamenti fisici e abusi psicologici ed ora condannato senza alcun fondamento».



«L'unica cosa chiara di questa vicenda è l'innocenza di Jason - ha concluso Baron - Qualsiasi revisione equa e giusta rovescerebbe rapidamente questa sentenza infondata. Jason deve essere scagionato e rilasciato. A lui e a sua moglie, Yeganeh Salehi, che è stata rilasciata su cauzione, dovrebbero essere concessi, senza indugio, la piena libertà che è un loro diritto».



Rezaian, 39 anni e doppia cittadinanza iraniana e americana, è stato arrestato a Teheran insieme alla moglie, liberata su cauzione lo scorso ottobre, e ad altri due reporter presto rilasciati. Le accuse loro rivolte sono spionaggio, collaborazione con governi ostili, propaganda contro la Repubblica islamica e raccolta di informazioni riservate. Rezaian lavora dal 2008 come corrispondente del Washington Post in Iran.



Il 6 dicembre, dopo quasi cinque mesi di detenzione, Rezaian è stato formalmente incriminato per spionaggio.
Tuttavia, il processo a suo carico, che si è svolto a porte chiuse, è iniziato solamente lo scorso 26 maggio.




«A prescindere dalla condanna, gli Stati Uniti continuano a chiedere al governo iraniano di far cadere tutte le accuse contro Jason e di rilasciarlo immediatamente», ha dichiarato il portavoce del Dipartimentro di stato americano Johm Kirby.
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