L'INFLUENZA DI GULEN
Gli americani conoscono bene l'influenza che Gulen vanta in Turchia anche dopo 17 anni di latitanza, non solo nella società civile, ma anche presso alcuni dei settori dell'esercito che potrebbero essere stati partecipi del fallito golpe. Se gli Usa non hanno aderito in passato alla richiesta del governo alleato, è perché Gulen ha guadagnato influenza e rispetto anche in America, con l'apertura delle scuole semiprivate dedicate all'insegnamento di una dottrina islamica aperta al multiculturalismo. «L'ho detto in precedenza e torno a ripeterlo oggi - aveva detto con tono perentorio Erdogan alla televisone turca sabato - presidente Obama, ordina l'estradizione di quest'uomo subito». La risposta americana era stata data dal segretario di Stato Kerry nel corso di una telefonata al suo omologo turco Mevlut Cavusoglu: «Ogni insinuazione pubblica o denuncia di un ruolo che gli Usa avrebbero avuto nel golpe fallito, è palesemente falsa e dannosa per i nostri rapporti bilaterali». Il dipartimento di Stato era andato oltre, chiedendo all'amministrazione di Ankara «autocontrollo e misura» nello svolgimento delle necessarie indagini per appurare le responsabilità per quanto è accaduto nel paese.
La domanda formale di estradizione per Gulen non è stata ancora presentata dai turchi, e l'amministrazione americana la pretende per verificare che ci siano i presupposti legali per istruirla. Alla Casa Bianca ormai da mesi non si nasconde la delusione per le scelte di Erdogan.
La riapertura della base di Incirlik ai bombardieri americani che la usano ormai da un anno è comunque un segnale positivo al quale gli Usa tenevano in modo particolare. La Air Force ha dislocato nell'aeroporto militare usato anche dai russi aerei da attacco a terra A-10, droni muniti di testate e splosive, e una flotta di KC 135 da rifornimento carburante, con i quali riesce a tagliare i tempi e i costi delle operazioni anti Isis in Siria e in Iraq. Kerry ha raccontato ieri in un intervista televisiva alla Abc di aver parlato tre volte al telefono con Cavusoglu, e di aver appurato che la chiusura temporanea della base alle operazioni americane era stata decisa da Ankara perché alcuni aerei usati dagli insorti avevano fatto rifornimento a Incirlik.