Inghilterra, sì ai testamenti islamici
possibile diseredare le mogli “infedeli”

Musulmani manifestano a Londra:
di Luca Lippera
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Venerdì 18 Aprile 2014, 10:54 - Ultimo aggiornamento: 19 Aprile, 20:12

La parit tra i sessi nel Regno Unito diventer una cosa di altri tempi. L'Inghilterra, patria della Magna Charta e delle suffragette, dovr riabituarsi all'idea che le donne possano essere diseredate e discriminate come avvenuto per secoli. I notai e gli avvocati del Regno Unito, su indicazione della British Law Society, hanno ricevuto istruzioni per redigere testamenti secondo la Shariah, la legge musulmana, la quale prevede che le femmine ricevano la met dei maschi e che le mogli possano essere addirittura escluse dall'eredit se ritenute “infedeli”.

La notizia, passata un po' sotto silenzio, sta scuotendo nel profondo la societ britannica che nel corso dei decenni ha fatto un vanto della emancipazione femminale e della parit dei diritti tra uomo e donna. La baronessa Cox, membro della Camera dei Lord, il ramo del Parlamento che tuttora incarna le radici antiche del Paese, ha detto di essere allibita: La nazione della Magna Charta - ha detto - si prepara a creare un sistema legale parallelo. Le suffragette che pagarono con la vita la fine della discriminazione si rivolterebbero nella tomba. Le linee guida che introducono le regole musulmane della Shariah nel sistema legale britannico sono state diramate a marzo. La British Law Society, l'organismo di riferimento dei professionisti del settore - l'Inghilterra è un Paese che adotta la Common Law e gli usi spesso pesano tanto quanto la Legge - ha autorizzato i notai e gli avvocati a redigere testamenti secondo i dettami dell'Islam per i clienti che ne facciano richiesta nell'Inghilterra e nel Galles. Per ora la Scozia, in marcia per rendersi indipendente da Londra, è fuori dal perimetro. Ma nel resto del Paese diventeranno possibili cose fino a ieri impensabili.

Secondo la legge islamica, agli eredi maschi si può lasciare il doppio che alle femmine. Donne e bambini, in linea di massima, possono ricevere un immobile per testamento solo se la coppia di cui fanno parte si è sposata secondo il rito musulmano. Le mogli divorziate non hanno alcun diritto successorio e non ne hanno neppure i figli che nascono fuori dal matrimonio, quelli che da noi - pilastro del sistema giuridico europeo - erano i cosidetti “figli naturali”, ora equiparati totalmente agli altri e dunque eredi legittimari (il testatore non ha scelta, perché a loro è comunque riservata una parte del patrimonio per legge). Un capofamiglia musulmano, in alcuni casi, può anche escludere del tutto una donna dal testamento se la donna viene ritenuta infedele.

Le indicazioni della British Law Society, per ora non contrasate da un atto del Governo, descrivono tremendamente bene il mutamento genetico che sta stravolgendo la società inglese. I musulmani in Inghilterra, secondo le ultime stime, sono ormai tre milioni e mezzo, circa il 5,5 per cento della popolazione. La presenze di islamici in alcune aree di Londra, specialmente nella East London, raggiunge il 65 per cento. Nel 2011, ultimo anno per il quale esistono dati aggiornati, almeno 100 mila inglesi si sono convertiti al Corano. Di questi, il 66% per cento sono donne britanniche che hanno sposato un musulmano e ne hanno abbracciato la religione. Le regole sui testamenti le riguardano molto da vicino. Lo studio di un ente governativo, inoltre, ritiene che «l'Islam sarà la religione dominante del Regno Unito entro la prossima generazione».

I dati insomma sono eloquenti e prospettano per la nazione che ha dato al mondo mille libertà - la Magna Charta e la Rivoluzione Industriale, i beat, la minigonna, il primo re decapitato per alto tradimento (Carlo I Stuart nel 1649) - un futuro indecifrabile. La baronessa Cox, dalla Camera dei Lords, ha lanciato una virulenta campagna «per proteggere le donne dalle discriminazioni religiose». «Le istruzioni della British Law Society - ha detto - sono motivo di profonda preoccupazione e turbamento. Violano tutte le cose che questo Paese rappresenta. Le suffragette si rivolterebbero nella tomba». Le quali, dalla fine dell'Ottocento, iniziarono in Inghilterra una battaglia senza respiro perché anche alle donne fosse riconosciuta la parità giuridica e il diritto di voto (suffragio universale) allora riservato solo agli uomini. Ma quella era un'altra Inghilterra.


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