Indonesia, assalto ai negozi: la polizia spara in aria. Soccorsi lenti, nuova scossa di terremoto

Indonesia, assalto ai negozi: la polizia spara in aria. Soccorsi lenti, nuova scossa di terremoto
4 Minuti di Lettura
Martedì 2 Ottobre 2018, 13:22 - Ultimo aggiornamento: 13:28

Spari della polizia per cercare di fermare l'assalto a un negozio di Palu, la città indonesiana nell'isola di Sulawesi colpita dallo tsunami causato dal terremoto di venerdì scorso.

La polizia ha sparato colpi in aria e lacrimogeni nel tentativo di disperdere gruppi di persone che tentavano di assaltare un market. Lo riporta un giornalista della Bbc sul posto, che ha assistito alla scena. Gli agenti erano di guardia a un negozio ma si sono trovati sotto la pressione di decine di residenti che tentavano di entrare. Alcune persone hanno tirato pietre e alla fine gli agenti hanno permesso l'accesso.

I ritardi nell'arrivo degli aiuti, causati anche dell'impraticabilità delle strade di collegamento, favoriscono fra l'altro episodi di sciacallaggio, sempre più frequenti. Alcune Ong hanno anche segnalato il pericolo di veder assaltati i loro convogli lungo il tragitto, anche sotto la minaccia di uomini armati.

I numeri della tragedia in Indonesia intanto crescono impietosamente: sono almeno 1.200 i morti provocati dai due terremoti di venerdì, accompagnati dalla violenza distruttiva di uno tsunami. E le dimensioni del caos sono ben rappresentate anche dalla fuga di massa dalle carceri. Mentre nel paese crescono le polemiche per un'allerta che sarebbe stata revocata troppo presto.

Oggi una scossa di terremoto di magnotudo 6.3 è stata registrata alle 7:59 ora locale (l'1:59 in Italia) nelle acque al largo dell'isola di Sumba. Secondo i dati dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv) italiano e del servizio geologico statunitense Usgs, il sisma ha avuti ipocentro a circa 15 km di profondità ed epicentro 30 km a sud di Nggongi. Non si hanno la momento segnalazioni di danni a persone o cose, né è stata emessa alcuna allerta tsunami.

Nella città di Palu e ancora di più nel territorio circostante sale nel frattempo la frustrazione dei superstiti, sempre più polemici verso le autorità per la lentezza dei soccorsi. «Tutti hanno fame dopo diversi giorni senza mangiare», ha detto in un'intervista in tv Kasman Lassa, capo dell'amministrazione della provincia di Donggala, un'area ancora largamente inesplorata dai soccorritori e dove si teme ci possa essere una grande quantità di vittime sotto le macerie. «Dedichi attenzione a Donggala, signor Jokowi!», si è visto gridare un residente - rivolgendosi al presidente indonesiano Joko «Jokowi» Widodo - in un filmato diffuso da una rete locale. In particolare, molti residenti sono frustrati dalla percezione che le squadre di soccorso abbiano dedicato più tempo a scavare sotto le macerie di grandi edifici come gli hotel di Palu, invece di pensare alle altre decine di migliaia di persone che hanno perso la casa. Si stima che circa 67 mila edifici nell'area siano crollati.

Oxfam e i suoi partner locali stanno per raggiungere Palu per soccorrere con beni di prima necessità le persone colpite. È quanto si legge in una nota in cui si sottolinea che al momento sono oltre 2 milioni le persone che subiranno le conseguenze della doppia catastrofe in un'area che comprende Palu, le province di Donggala, Sigi e Parigi Mountog, dove le coltivazioni, da cui dipende buona parte dell'economia locale, sono rimaste completamente distrutte. Mentre sono circa 300.000 le persone senza riparo, anche se questo numero è destinato a salire. Un quadro complicatissimo, dato che la strada principale che collega Palu alla parte centrale dell'isola è bloccata da una frana e l'aeroporto funziona al 50% della sua capacità, rendendo difficile l'accesso. 

«Abbiamo lanciato un appello perché centinaia di migliaia di persone, sparsi in una regione molto vasta, hanno bisogno di aiuto immediato - ha detto Riccardo Sansone, responsabile della risposta umanitaria di Oxfam Italia -. Abbiamo predisposto ogni cosa per distribuire acqua pulita, essenziale per prevenire epidemie, cibo e materiali per allestire un riparo a chi è rimasto senza casa. Nei prossimi due giorni porteremo nelle zone maggiormente colpite 7 depuratori portatili in grado di garantire alla popolazione 300 litri di acqua pulita ciascuno».

L'Unicef infine ricorda che le condizioni di decine di migliaia di bambini, per i giorni a venire, rimangono estremamente precarie. I bambini a Palu, Donggala e altre aree colpite di Sulawesi hanno bisogno di aiuti urgenti per riprendersi. Molti hanno perso i propri cari, le case, quartieri e tutto ciò che era loro familiare. «Con ogni nuovo rapporto sul devastante terremoto e sullo tsunami, le nostre preoccupazioni per la sicurezza dei bambini a Palu, Donggala e altre aree colpite dal disastro, crescono. L'Unicef Indonesia, in collaborazione con il Governo, sta facendo tutto il possibile per rispondere a questa emergenza, che ha colpito il paese a solo 1 mese di distanza da un altro potente terremoto che ha causato migliaia di morti a Lombok» ha dichiarato Amanda Bissex,  rappresentante di Unicef in Indonesia. 

 

© RIPRODUZIONE RISERVATA