India, attentati a Mumbai del 1993: condannati a morte due imputati

India, attentati a Mumbai del 1993: condannati a morte due imputati
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Giovedì 7 Settembre 2017, 10:15 - Ultimo aggiornamento: 18:37
Due imputati indiani nel processo per l'impressionante serie di attentati realizzati a Mumbai (India centrale) nel 1993 sono stati condannati oggi a morte da un tribunale speciale. Lo riferisce la tv Times Now. Altri due, aggiunge l'emittente, dovranno invece scontare l'ergastolo. La pena capitale è stata comminata a Firoz Khan e Tahir Merchant, mentre all'ergastolo vanno Karimullah Khan e Abu Salem, braccio destro quest'ultimo dell'ideatore degli attentati, Dawood Ibrahim, latitante, e considerato il capo di una organizzazione criminale denominata la Compagnia-D. Un quinto imputato, Riyaz Siddiqui, sconterà dieci anni in carcere mentre un sesto, MustafaDossa, è morto settimane fa.

Il pubblico ministero, Deepak Salve, ha ricordato nel corso del dibattimento in giugno che gli attentati furono realizzati per vendetta per la demolizione il 6 dicembre 1992 ad Ayodhya di una moschea musulmana, Babri Masjid, che fu seguita da gravi disordini in tutta l'India e in particolare a Mumbai, con un bilancio di quasi mille morti.
Il 12 marzo 1993 ben 13 attentati sconvolsero Mumbai con un bilancio di 257 morti e 717 feriti. Le esplosioni che terrorizzarono tutta l'India avvennero nell'edificio della Borsa di Mumbai, presso la sede di Air India, nel Zaveri Bazar, e negli hotel a cinque stelle SeaRock, Juhu Centaur ed altri.
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