Marine e i fedelissimi "blindati" nello chalet

Marine e i fedelissimi "blindati" nello chalet
di Francesca Pierantozzi
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Domenica 7 Maggio 2017, 12:20
PARIGI L'ultimo appello Marine Le Pen lo ha registrato venerdì sera dal suo quartier generale, al 282 rue du faubourg Saint-Honoré. Al civico 55 c'è il palazzo dell'Eliseo. «È la penultima tappa del mio viaggio, sono vicinissima alla meta» aveva detto all'inaugurazione, il 16 novembre. I luoghi volevano essere il simbolo dello sdoganamento finale: ariosi, moderni, luminosi. Alle pareti, gigantografie con Brigitte Bardot, Albert Einstein, addirittura un disegno di Bansky, tutti con una rosa blu, il nuovo logo di Marine présidente.

LE BATTUTE FINALI
Via il nero dell'estrema destra, via il Fronte Nazionale, via anche il nome Le Pen. L'altro ieri, l'atmosfera sembrava meno festosa e anche lo sfondo un po' più tetro. Forse la luce sbagliata, forse l'aria stanca della candidata. I capelli tirati indietro senza troppa cura (e viene da pensare ai lanci d'uova degli ultimi due giorni di campagna). Le Pen ha parlato per qualche minuto, ha elencato esempi di disastri del bilancio e della «mondializzazione selvaggia» del suo avversario, e ha concluso con un: «domenica, scegliete la Francia!».
Poi si sono spente le luci. Non sarà qui, sul faubourg Saint-Honoré, che questa sera Marine Le Pen aspetterà i risultati del ballottaggio. Prima andrà a votare come al solito nel suo bastione, a nord a Hénin Beaumont. Già la Commissione per il controllo elettorale del suo comitato ha protestato: pare che alcune schede col suo nome siano arrivate stracciate.

NIENTE PIAZZA
Per il gran finale, Le Pen ha comunque scelto di allontanarsi dall'Eliseo. Forse un presagio, e anche la difficoltà di trovare una piazza per lei a Parigi. Ha rifiutato quella che di solito si prenota l'estrema destra, la place de l'Opéra, con i comizi di Jean Marie Le Pen il primo maggio per ricordare Giovanna d'Arco.
Alla fine aspetterà il risultato del ballottaggio «con qualche centinaio di collaboratori e sostenitori» allo Chalet du Lac, uno chalet sulle rive del laghetto del Bois de Vincennes. Un posto che spesso si affitta per cerimonie, compleanni, matrimoni, Bar Mitzvah.

Da ieri sul sito dello chalet è comparso un messaggio per ricordare che il Fronte nazionale ha affittato tante sale, come lo Zenith o la hall della Villette, che il gruppo che gestisce lo Chalet ha accolto meeting di «Macron (5 volte), Fillon (2 volte), Asselineau e Juppé (2 volte per le primarie)» e che «non vogliamo nessuna confusione sulle nostre posizioni che sono apolitiche, siamo un luogo che organizza eventi per qualsiasi danza e per tutte le feste». Lo sdoganamento dell'estrema destra, forse, non è riuscito del tutto.

L'ATTESA
Ieri, giorno di raccoglimento e silenzio elettorale Marine Le Pen è rimasta invisibile. Probabilmente a casa, nel comprensorio residenziale della Châtagneraie alla Celle-Saint-Cloud, sobborgo chic a ovest di Parigi dove abita dopo aver abbandonato la dimora familiare dei Le Pen di Montretout. Un domicilio che non lascerà, nemmeno se diventasse la padrona di casa all'Eliseo.
«All'Eliseo andrò per lavorare, ma continuerei a vivere con i miei figli», Jehanne, 18 anni, e i gemelli Louis e Mathilde, di 17, ha detto in un'intervista a Paris Match pubblicata l'altro ieri. Fino all'ultimo, Marine Le Pen ha assicurato che «i media sbagliano» e che «ci sarà una grossa sorpresa». Ma la sorpresa che si è respirata negli ultimi giorni nell'entourage della candidata è stata soprattutto di segno negativo.

GLI UMORI
La prestazione dura a oltranza, offensiva nei toni, approssimativa nei contenuti, al dibattito televisivo con Emmanuel Macron ha affievolito le speranze di vittoria dei suoi. «La mia voce non è stata che l'eco della violenza sociale che esploderà nel paese» si è lasciata sfuggire lei prima del silenzio, quasi ad ammettere la sconfitta in anticipo.
«Anche se non vinciamo - ha detto poi all'agenzia AP - abbiamo vinto ideologicamente. Abbiamo cambiato tutto.