Hong Kong, picchiata e minacciata di morte dalla datrice di lavoro: colf si salva con un video in diretta Fb

Hong Kong, picchiata e minacciata di morte dalla datrice di lavoro: colf si salva con un video in diretta Fb
di Federica Macagnone
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Martedì 6 Marzo 2018, 17:40 - Ultimo aggiornamento: 7 Marzo, 12:44

Quando l'anno scorso l'anziana signora Pang assunse come colf quella donna di 35 anni, facendola vivere con lei nella sua casa nel distretto Wong Tai Sin di Hong Kong, pensò di poterla trattare come una schiava sulla quale sfogare la propria rabbia e le proprie frustrazioni: oltre a imporle orari di lavoro massacranti, la vessava con urla, minacce di morte e violenze continue. Un inferno dal quale la cameriera è uscita solo grazie al suo telefonino, con il quale ha filmato l'ennesima scenata della padrona di casa nei suoi confronti condita da schiaffi in faccia e percosse. Il video, trasmesso su Facebook live e diventato virale sui social con 1,3 milioni di visualizzazioni e oltre 30mila condivisioni, è stato visto dalla polizia e ha portato all'arresto immediato della 79enne aguzzina.
 

 

Nella clip si vede distintamente la cameriera tamponarsi con le mani una ferita alla bocca mentre la sua datrice di lavoro la colpisce e inveisce contro di lei che, parlando in indonesiano, dice: «Oh Dio, sono stata schiaffeggiata, non accetto che mi parli così». Pang, dal canto suo, dice in cantonese: «Sei troppo cattiva, cosa stai dicendo di me? Parla! Parla la mia lingua, parla in cinese. Cosa stai dicendo?». Poi, accusando la colf di essere la causa scatenante della propria rabbia, minaccia di picchiarla ancora e di ucciderla. Minacce che non potrà mettere in atto: la polizia, dopo aver visto il video, l'ha arrestata strappandole dalle grinfie la sua vittima.

Il caso ha scatenato una nuova ondata di proteste contro le norme che a Hong Konk impongono alle cameriere di vivere con i loro datori di lavoro, dopo che appena un mese fa l'Alta Corte del Paese aveva bocciato le richieste di modifica della legge. Particolarmente combattiva su questo fronte l'organizzazione non governativa "HELP for Domestic Workers": «Questo caso - dicono i responsabili - mette ancora una volta in luce come l'imposizione della convivenza con i datori di lavoro renda molto vulnerabili i lavoratori domestici, non solo sotto l'aspetto delle violenze fisiche, ma anche per quanto riguarda possibili false accuse di reato nei loro confronti. Se la colf protagonista di questo video non avesse convissuto con quella signora, le probabilità che venisse vessata in quella maniera sarebbero state molto inferiori. Se quella ragazza non avesse realizzato quel filmato, probabilmente la polizia non avrebbe mai potuto liberarla e procedere all'arresto: quando non ci sono lesioni evidenti sulla vittima, infatti, diventa difficile circostanziare con delle prove le violenze subite».

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