Rachida Dati: «Aboliamo la prémiere Dame, retaggio della monarchia»

Rachida Dati: «Aboliamo la prémiere Dame, retaggio della monarchia»
di Maria Latella
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Venerdì 24 Gennaio 2014, 13:42 - Ultimo aggiornamento: 16:29
Ha ancora senso il ruolo di premire dame di Francia? Siamo l'unico Paese che contempla un’istituzione di questo tipo. È un retaggio della monarchia e andrebbe abolito. La moglie, la compagna del presidente, o il marito di una presidente, dovrebbe continuare a fare quel che faceva prima».



«Che senso ha, nel 2014, impedire a una persona di lavorare, interrompere una carriera?». L’ufficio del sindaco del settimo arrondissement di Parigi, palazzo d’epoca con specchi e stucchi dorati, riflette la grandeur francese che anche per i municipi prevede un certo decoro. Rachida Dati però veste minimalista: non più i sublimi tailleur Dior di quando era ministro della Giustizia, ma un sottile pullover Lacoste su pantaloni neri, la divisa dei giorni in cui non è eurodeputata a Bruxelles o a Strasburgo. Sono le 9 del mattino, lei ha appena lasciato alla scuola materna la figlia Zohra, cinque anni, il centro attorno al quale ruota, oggi, la sua vita privata. Così privata che Rachida Dati non ne parla. Ma è proprio dal rapporto tra politica e vita privata, alla luce di quanto ha vissuto e sta vivendo François Hollande, che prende avvio questa intervista.



Che cosa pensa della vicenda che ha investito l’Eliseo? I media francesi l’hanno tenuta un po' sotto tono...

«In questa vicenda la responsabilità va divisa tra la stampa “people” e la politica. Negli ultimi anni i politici hanno sempre più fatto entrare la stampa e i fotografi nella loro intimità e un certo tipo di giornalismo ha creduto di essere autorizzato a fare tutto. A questo punto non ci si può stupire se vengono a guardare nelle toilette o nelle camere da letto, perfino con violenza. Questo genere di media non fa certo onore al giornalismo. Ma la politica ha le sue responsabilità perché la funzione del presidente della Repubblica è stata sminuita e banalizzata».



Anche Sarkozy ha sempre molto giocato con i media.

«E François Hollande ha continuato il percorso di Nicolas Sarkozy cercando di mantenersi in contatto con i francesi».



Cosa pensa della candidatura dell’attrice Julie Gayet a un prestigioso ruolo a Villa Medici, a Roma?

«Proporre Julie Gayet nella giuria di Villa Medici è stato un errore. Così la gente finisce col diffidare della politica. E vota i partiti estremisti».



Conosce Valerie Trierweiler?

«La conoscevo da prima che diventasse première dame. Ho sempre avuto con lei rapporti molto cordiali, quand’era giornalista a Paris Match. Credo che sia una vicenda molto dolorosa per entrambi. Ma per lei di più».



Potrebbe mai governare con Marine Le Pen?

«No. Guardiamo agli stessi problemi, ma non forniamo le stesse soluzioni. Anzi, il Front National non ne propone nessuna: si limita a puntare il dito contro gli altri. È contro l'Europa. Troppo semplice. Non si può buttare l'Europa nella spazzatura. Bisogna invece rimettere le cose al loro posto. Dire all'Europa che non può decidere su tutto. Sono gli Stati che devono riprendersi la loro autorità».



Marine Le Pen e il Front National potrebbero diventare il primo partito di Francia alle europee di maggio?

«C’è questo rischio. Se il mio partito, l'Ump, sceglie una linea federalista, allora Marine Le Pen potrà sorpassarci. Per la Francia sarebbe un terremoto. Ma possiamo evitarlo».



Come lo eviterebbe? Che cosa non la convince di questa Europa?

«Non mi convince la libera circolazione dei lavoratori. Io sono favorevole alle quote, sono una euro-realista, la penso come David Cameron. Che senso ha importare manodopera rumena in Inghilterra, togliendo lavoro agli inglesi mentre gli stessi governanti in Romania e in Bulgaria a si lamentano perché restano senza lavoratori specializzati? E qual è il senso di imporre a Paesi con tradizioni diverse una stessa linea su temi quali il divorzio o il matrimonio? L'Europa del Sud non la penserà mai come l'Europa del Nord».



In Spagna si discute molto della riforma che restringe la possibilità di abortire. Trecento associazioni hanno manifestato davanti all’ambasciata francese di Madrid per sollecitare protezione giuridica e asilo in Francia. Che ne pensa?

«Penso che l’aborto sia un argomento troppo delicato per consentire ai politici di strumentalizzarlo. Oggi viene usato per far perdere un’elezione ai propri avversari. Una manipolazione irresponsabile da parte di una politica che non si rende conto di usare con cinismo la vita degli altri. In Francia la sinistra ha perso molti consensi e ora cerca di risalire brandendo contro l’Ump il tema dell'aborto. Ma le donne hanno già abbastanza problemi e non vanno né usate né colpevolizzate».



Lei è eurodeputato e si ripresenterà alle europee. Che cosa dirà ai suoi potenziali elettori?

«Dirò che sono una donna di destra e che non mi piace l’Europa dei tecnocrati. Il presidente della commissione Barroso non si è mai interrogato né preoccupato quando alcuni Stati hanno presentato conti truccati per entrare in Europa. Penso che fosse più preoccupato per la sua carriera. L’ho invitato più volte a partecipare a delle riunioni pubbliche e ha sempre rifiutato».



Tutti i politici pensano alla propria carriera. Anche lei, immagino.

«Per fortuna no. Ho combattuto contro François Fillon quando era primo ministro per i miei valori e le mie convinzioni e continuerò a farlo contro coloro che pensano che la politica sia una rendita che si trasmette di casta in casta».



Sarkozy si candiderà alle prossime presidenziali del 2017?

«Potrebbe volerlo. E potrebbe volerlo il partito. Dipenderà da molte cose, il 2017 è ancora lontano».



Qualche settimana fa, insieme ad un'associazione di cui fa parte, lei e'stata ricevuta in Vaticano da papa Francesco. Gli ha parlato?

«Sì. È stato un incontro molto toccante. Al Papa ho parlato di cose molto personali».



E lui?

«Mi ha dato delle risposte. Papa Francesco si prende del tempo, parla con ciascuna delle persone che incontra. Mi ha molto colpito. Avevo portato con me mia figlia e lui le ha impartito la benedizione. È stata davvero una giornata speciale».
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