Una richiesta già bocciata dalla National Restaurant Association, che rappresenta le imprese americane nel settore della ristorazione: «Partire da una richiesta di 15 dollari l'ora significa non volere il dialogo». Manifestazioni si sono svolte in numerose città. Almeno 100, secondo gli organizzatori. A New York come a Washington, Detroit e Chicago, i lavoratori hanno urlato la propria rabbia, determinati a proseguire quella che è stata già definita «la guerra dei salari». Ironici i cori e i canti in vista delle festività natalizie: «Jingle bells, jingle bells, jingle all the way. It's no fun, to survive, on low low low low pay» («non è divertente sopravvivere con paghe così basse»).
A New York, i manifestanti si sono ritrovati in strada di primo mattino davanti ad alcuni dei punti McDonald's e Burger King con fischi e tamburi, urlando slogan del tipo: «Paghe a 15 dollari, Viviamo meglio!». Mentre un gruppo è riuscito ad occupare il frequentantissimo McDonald's di Times Square, sempre pieno di turisti in tutte le ore del giorno e della notte.
A Detroit, in Michigan, centinaia di persone hanno organizzato sit in fin dalle prime ore del giorno. «Ho bisogno di una paga migliore perchè con 7,40 dollari l'ora non riesco a prendermi cura di mio figlio. Sono un genitore single», ha sottolineato Julius Waters, 29 anni. Stessa scena anche ad Atlanta, dove i dipendenti hanno organizzato un corteo. Alcuni dei dimostranti hanno spiegato: «Vogliono mantenere povera la gente che lavora. Farla lavorare ma non darle i soldi necessari per portare il cibo a tavola o educare i propri figli».
Intanto nella capitale Washington e nell'intero District of Columbia all'unanimità è stato votato un innalzamento graduale del salario minimo dagli attuali 8,25 dollari l'ora a 11,50 dollari entro il 2016. Nel resto degli Stati Uniti la paga minima è stata finora innalzata solo in New Jersey, a 8,25 dollari l'ora, in California a 10 dollari l'ora entro il 2016, e nell'area nello Stato di Washington in cui si trova l'aeroporto di Seattle-Tacoma a 15 dollari l'ora. Nella capitale, un gruppo di 53 membri del Congresso è sceso in campo per appoggiare la lotta dei lavoratori, e ha inviato una lettera ai numeri uno delle principali catene americane per sollecitare un aumento delle paghe.
Nel testo - indirizzato ai Ceo di McDonald's, Wendy's, Dominòs Pizza, Burger King and Yum Brands, Pizza Hut e Taco Bell - i parlamentari, tutti democratici, si dicono «orgogliosi di stare con i lavoratori che proseguono nella loro battaglia per un'economia che dia benefici a tutti». Mentre Harry Raid, leader dei senatori democratici, ha promesso entro fine anno un voto da parte di Capitol Hill sull'aumento del minimo salariale.
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