Scambio di prigionieri Israele-Hamas, l'Egitto prova una mediazione

Esercitazioni di soldati di Hamas
di Gianluca Perino
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Venerdì 20 Aprile 2018, 12:51 - Ultimo aggiornamento: 15:08
L'Egitto starebbe mettendo a punto un piano per arrivare ad uno scambio di prigionieri tra Hamas e Israele. Nei giorni scorsi emissari di al Sisi avrebbero effettuato una riunione a Gaza con i vertici del movimento islamico, mettendo sul tavolo una proposta articolata, che punta principalmente ad ottenere tre obiettivi:  la fine dell'embargo su Gaza (o il suo eventuale allentamento), la riconciliazione palestinese e, appunto, lo scambio di prigionieri. Le indiscrezioni, trapelate da fonti diplomatiche egiziane, non hanno però ancora trovato conferme ufficiali né da parte dello Stato ebraico né da parte del fronte palestinese. Resta il fatto che le trattative sugli "scambi" tra Israele e Hamas non si sono mai veramente arenate. Il punto cruciale è che l'eventuale accordo dovrebbe essere molto più ampio e non concentrato esclusivamente sulla questione dei prigionieri. Da qui la mossa egiziana, portata avanti per raggiungere un obiettivo che interessa tutte le parti in causa. E cioè un "armistizio".

PRIGIONIERI E VITTIME



In questo momento gli israeliani nelle mani di Hamas sono quattro. Uno è il 29enne Hisham al-Sayed; il giovane viveva ad al-Hura, nel deserto del Negev, ed è stato rapito mentre camminava al confine est di Gaza il 20 aprile del 2015. Di lui la famiglia non ha più avuto notizie, quindi in realtà non si sa bene se sia vivo o morto. Stessa cosa per il trentenne Avera Mangistu di Ashkelon, entrato a Gaza il 7 settembre del 2014 e scomparso nei pressi della spiaggia.
Hamas ha anche i corpi di due soldati israeliani. Uno è quello del 23enne Hadar Goldin (foto). Venerdì 1 agosto 2014, uscito da un tunnel scavato sotto la Striscia, un kamikaze si è fatto esplodere in territorio israeliano uccidendo tre militari dello Stato Ebraico. Dopo l'attacco, utilizzando la stessa galleria, alcuni terroristi hanno preso il corpo di Goldin e lo hanno portato via. Stessa sorte per il 22enne Oron Shaul: il suo tank è stato colpito da un missile sparato da Hamas il 20 luglio 2014 ed il suo corpo portato via dai terroristi.  Da parte sua, Gerusalemme ha nelle proprie carceri decine di membri del movimento islamico arrestati nel corso di numerose operazioni. 

«ALTI UFFICIALI NEL MIRINO DEI CECCHINI»
In un video diffuso sul web la Jihad islamica ha mostrato le immagini ravvicinate di comandanti militari israeliani giunti di recente per ispezioni sul confine fra Israele e la Striscia di Gaza, e ha affermato che essi si sono trovati nei mirini di cecchini palestinesi. «Voi uccidete a sangue freddo figli del nostro popolo - ha osservato nel filmato la Jihad islamica, in un testo in arabo ed in ebraico - Pensate di essere protetti, mentre invece i mirini dei nostri cecchini sono puntati sui vostri principali comandanti». Nelle immagini si distinguono fra gli altri il coordinatore delle attività israeliane nei Territori, il generale Yoav Mordechai, ed il Comandante della regione militare meridionale, il generale Eyal Zamir.
Immediata la risposta di Israele: «Le minacce dell'organizzazione terroristica Jihad Islamica palestinese di sparare agli ufficiali israeliani con cecchini da Gaza, costituisce una linea rossa - si legge in un tweet del ministro per i Trasporti e l'Intelligence Israel Katz - Hamas deve sapere che ogni attacco contro i comandanti dell'Idf (l'esercito israeliano) porterà immediatamente alla ripresa degli omicidi mirati dei leader di Hamas».


 
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